Cosa si può mangiare in Keto?

La dieta chetogenica è una strategia nutrizionale basata su un alto consumo di grassi, un moderato apporto proteico e una riduzione significativa dei carboidrati. Il suo obiettivo principale è indurre il corpo a entrare in uno stato metabolico noto come “chetosi”, in cui il corpo brucia i grassi come fonte primaria di energia invece dei carboidrati.

Questa dieta permette di consumare cibi ricchi di grassi salutari, come oli vegetali, burro, ghee, avocado e noci. Le proteine di alta qualità, come carne magra, pesce, uova e formaggi, sono parte essenziale dell’alimentazione chetogenica. Inoltre, è possibile includere verdure a basso contenuto di carboidrati, come verdure a foglia verde, cavolfiore e zucchine.

Al contrario, bisogna limitare o evitare alimenti ricchi di carboidrati raffinati, come pasta, pane e dolci, così come frutta ad alto contenuto di zuccheri e bevande zuccherate. La dieta chetogenica è una scelta alimentare particolare, e prima di intraprenderla, è importante consultarsi con un professionista della salute o un dietologo, soprattutto se si hanno condizioni mediche preesistenti. Un’adeguata attenzione all’equilibrio nutrizionale è fondamentale per garantire una corretta assunzione di vitamine e minerali.

Cosa non mangiare durante la Keto? 

Durante la dieta chetogenica, ci sono alcuni alimenti da evitare in quanto possono ostacolare l’obiettivo di raggiungere uno stato di chetosi, in cui il corpo brucia i grassi come principale fonte di energia. Questi alimenti sono caratterizzati da un alto contenuto di carboidrati, che possono innalzare i livelli di zuccheri nel sangue e compromettere il processo di chetosi.

Tra gli alimenti da evitare durante la dieta Keto vi sono i carboidrati raffinati, come pasta, pane, riso e cereali, poiché contengono elevati livelli di zuccheri semplici. Frutta ad alto contenuto di zuccheri, come banane, uva e melone, andrebbero limitate o escluse dalla dieta.

Anche legumi come fagioli, lenticchie e ceci sono da evitare, poiché contengono quantità significative di carboidrati. Alimenti ricchi di amido, come patate e patate dolci, dovrebbero essere esclusi dalla dieta Keto per il loro impatto negativo sui livelli di zuccheri nel sangue.

Inoltre, bevande zuccherate come bibite gassate, succhi di frutta e bevande energetiche sono altamente caloriche e possono influire negativamente sulla chetosi.

La dieta chetogenica si concentra sulla riduzione dell’apporto di carboidrati per indurre il corpo a bruciare i grassi come fonte energetica primaria. Evitando questi alimenti ricchi di carboidrati, si può massimizzare il potenziale beneficio della dieta Keto e favorire il raggiungimento degli obiettivi di perdita di peso e di salute. Prima di intraprendere qualsiasi regime alimentare, è sempre consigliabile consultarsi con un professionista della salute o un dietologo per garantire una scelta adeguata e sicura per il proprio corpo e le proprie esigenze nutrizionali.

 Cosa mangiare a colazione con la Keto?

La colazione durante la dieta chetogenica, o dieta Keto, è un momento importante per iniziare la giornata con un pasto bilanciato e conforme agli obiettivi nutrizionali della dieta. Essendo la Keto basata sull’assunzione di un alto contenuto di grassi, moderato di proteine e molto basso di carboidrati, la scelta degli alimenti per la colazione è cruciale per mantenere uno stato di chetosi e sostenere l’energia durante la mattinata.

Alcune opzioni adatte alla colazione Keto includono uova, avocado, pancetta o prosciutto e formaggi a pasta dura come cheddar o gouda. Il caffè o il tè senza zucchero sono bevande adatte da considerare.

In generale, la colazione Keto si concentra sull’assunzione di alimenti a basso contenuto di carboidrati e ricchi di grassi e proteine per favorire la chetosi e il senso di sazietà. È consigliabile personalizzare la colazione in base alle preferenze personali e assicurarsi di raggiungere il giusto equilibrio tra i nutrienti per una nutrizione ottimale. Come sempre, è consigliabile consultarsi con un professionista della salute o un dietologo prima di intraprendere qualsiasi regime alimentare.

Cosa pensano i medici della dieta chetogenica? 

La dieta chetogenica è stata oggetto di interesse tra i professionisti della salute e i medici. Le opinioni riguardo a questa dieta possono variare a seconda dell’individuo e delle sue specifiche condizioni di salute. Alcuni medici e esperti della nutrizione sostengono i benefici della dieta chetogenica per determinate condizioni mediche o come approccio per la gestione del peso.

I sostenitori della dieta chetogenica affermano che può aiutare a migliorare il controllo del glucosio nei pazienti con diabete di tipo 2, poiché il basso apporto di carboidrati riduce la quantità di zucchero nel sangue. Inoltre, la dieta chetogenica potrebbe aiutare a ridurre l’appetito e promuovere la perdita di peso grazie al meccanismo della chetosi, in cui il corpo brucia i grassi come fonte primaria di energia.

Tuttavia, alcuni medici esprimono preoccupazione riguardo alla dieta chetogenica. Essa potrebbe risultare difficile da seguire a lungo termine e comportare una restrizione significativa di alcuni gruppi alimentari, come frutta, verdura e cereali integrali, che sono fonti importanti di vitamine, minerali e fibre.

Poiché la dieta chetogenica può avere impatti diversi sul corpo di diverse persone, è essenziale che chiunque sia interessato a intraprenderla si consulte con un medico o un dietologo prima di avviare qualsiasi cambiamento nella propria alimentazione. Un piano dietetico personalizzato, basato sulle esigenze e le condizioni individuali, può aiutare a massimizzare i potenziali benefici della dieta chetogenica e affrontarne eventuali rischi o controindicazioni. La supervisione medica adeguata può aiutare a garantire che la dieta sia seguita in modo sicuro e appropriato per ottenere risultati positivi per la salute complessiva.

Cos’è la chetosi? 

La chetosi è uno stato metabolico in cui il corpo produce corpi chetonici come risultato dell’ossidazione dei grassi per produrre energia. Questo processo avviene quando l’apporto di carboidrati nella dieta è estremamente ridotto, costringendo il corpo a cercare alternative energetiche.

Di solito, il nostro corpo utilizza i carboidrati come fonte principale di energia. Tuttavia, in assenza di una quantità sufficiente di carboidrati, come accade durante la dieta chetogenica o durante il digiuno prolungato, il fegato inizia a trasformare i grassi in corpi chetonici. Questi corpi chetonici vengono quindi utilizzati come combustibile alternativo dai tessuti, compreso il cervello, che normalmente dipende dai carboidrati per il suo funzionamento.

La chetosi è un fenomeno naturale e sicuro per il corpo quando avviene in modo controllato, come durante la dieta chetogenica. Essa è considerata un segno che il corpo sta bruciando i grassi per l’energia e può essere vantaggiosa per la perdita di peso e il controllo del glucosio nel sangue nei pazienti diabetici.

È importante notare che la chetosi non è da confondere con l’acidosi chetoacidosi, una condizione potenzialmente pericolosa che si verifica nei pazienti con diabete di tipo 1 quando i livelli di corpi chetonici diventano eccessivamente elevati e il pH del sangue diminuisce drasticamente. La chetosi, come parte di una dieta chetogenica ben equilibrata e seguita con attenzione, è generalmente considerata sicura e può essere utilizzata come strumento nutrizionale per raggiungere determinati obiettivi di salute e benessere. Tuttavia, è sempre consigliabile consultarsi con un professionista della salute o un dietologo prima di intraprendere qualsiasi tipo di regime alimentare, compresa la dieta chetogenica, per garantire che sia adatta alle specifiche esigenze e condizioni di ciascun individuo.

 Come si fa ad andare in chetosi?

Andare in chetosi è un processo che comporta una significativa riduzione dell’apporto di carboidrati nella dieta e un aumento proporzionale del consumo di grassi. Durante la chetosi, il corpo passa dalla sua fonte di energia primaria, i carboidrati, ai corpi chetonici, prodotti dalla decomposizione dei grassi. Per raggiungere questo stato, è necessario limitare l’assunzione di cibi ricchi di carboidrati, come pane, pasta, riso e dolci, e aumentare il consumo di grassi sani, come olio d’oliva, avocado, noci e semi. È importante moderare l’apporto di proteine per evitare la conversione in eccesso di proteine in glucosio. Il monitoraggio della chetosi può essere effettuato attraverso strisce reattive per l’urina o misuratori di corpi chetonici nel sangue. Prima di intraprendere la dieta chetogenica, è consigliabile consultarsi con un professionista della salute o un dietologo per valutare la sua idoneità alle specifiche esigenze e condizioni di salute individuali. La dieta chetogenica può comportare significativi cambiamenti metabolici, quindi una supervisione medica adeguata è essenziale per garantire la sicurezza e l’efficacia del processo.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della dieta chetogenica?

La dieta chetogenica, nota anche come dieta Keto, ha suscitato interesse tra gli esperti della salute per i suoi potenziali vantaggi e svantaggi. Tra i vantaggi, si includono la perdita di peso, il controllo del glucosio nel sangue, la riduzione dell’appetito e il miglioramento del profilo lipidico. Tuttavia, la dieta chetogenica può comportare alcune sfide, come l’adattamento iniziale, la sostenibilità a lungo termine, possibili carenze nutrizionali e effetti collaterali come costipazione e cattivo alito. Prima di intraprendere la dieta chetogenica, è fondamentale consultarsi con un professionista della salute o un dietologo per valutare la sua idoneità individuale e monitorare eventuali effetti negativi o problemi di salute. La dieta chetogenica non è adatta a tutti, e la decisione di seguirla deve essere presa con cautela e attenzione alle specifiche condizioni di salute di ciascun individuo.

Cos è la dieta GAPS?

In questo articolo vogliamo spiegarti in modo chiaro e semplice che cos’è la dieta GAPS, approfondire alcune nozioni sull’asse intestino cervello e illustrarti dove nasce e su quali principi si basa. Condivideremo anche un esempio di questa dieta mostrandoti quali sono gli alimenti raccomandati.

Siamo sicuri che venendo a conoscenza delle sue peculiarità avrai gli strumenti per valutare se è un regime dietetico che combacia con le tue necessità e quelle dei tuoi familiari.

Cos’è la dieta GAPS: definizione

Per capire cos’ è la dieta GAPS partiamo dalla definizione del termine. Letteralmente il nome significa Gut and Psychology Syndrome, ossia Sindrome Intestino e Psicologia. Questo permette già in parte di capire quali sono i protagonisti che influenzano la scelta degli alimenti e le abitudini di questo regime alimentare.

Dieta GAPS da dove nasce e su cosa si basa

Da dove nasce esattamente la dieta GAPS? Fu ideata da Natasha Campbell-McBride, un medico inglese con molti anni di esperienza nel campo dell’alimentazione. Questa dieta segue i principi della medicina tradizionale cinese, che sostiene che per curare le malattie bisogna iniziare da cambiamenti radicali nella dieta. I principi sui quali si basa questo regime sono gli stessi: si utilizza un approccio alimentare e mirato per ripristinare l’equilibrio chimico del corpo.

In particolare, la Dottoressa afferma che togliendo dalla propria nutrizione alimenti quali gli zuccheri o i cereali si possa influenzare positivamente trattamenti per problematiche come l’autismo, depressione, gotta, dislessia e disturbi ossessivi compulsivi. Le ricerche sono ancora in corso per attestare che questa teoria sia valida e in grado di trattare realmente queste patologie.

Natasha Campbell McBride è un’esperta del rapporto tra disturbi neurologici e alimentazione. È Direttore della Cambridge Nutrition Clinic dal 1998. È una specialista leader nel trattamento di bambini e adulti con difficoltà di apprendimento e altri disturbi mentali, nonché disturbi digestivi e immunitari. È autrice dell’edizione della sindrome psico-intestino di “GAPS”, in cui esplora il legame tra salute intestinale e disturbi mentali.

Asse intestino cervello

Si sente spesso parlare dell’asse intestino cervello e di come la loro salute sia strettamente collegata. Secondo la Dottoressa Campbell-McBride sarebbe un intestino permeabile a causare alcune delle problematiche relative alla sfera cerebrale. Secondo la sua teoria, infatti, l’intestino in questa condizione permetterebbe a numerosi batteri e altre sostanze dannose per l’organismo di riversarsi nel sangue e conseguentemente influenzare sia lo sviluppo, in fase di crescita, che le varie funzioni del cervello.

L’obiettivo, quindi, è quello di curare l’intestino ostacolando le sostanze tossiche e impedendo loro di accedere al sangue. Questo diminuirebbe in generale il grado di tossicità dell’organismo. Le ricerche scientifiche in corso stanno ancora  cercando di dimostrare che l’intestino permeabile possa essere realmente causa di formazione di alcune malattie legate al cervello.

Alimenti da eliminare

Sempre secondo la Dottoressa Natasha Campbell-McBride, il segreto starebbe nell’eliminare tutti quegli alimenti che danneggiano l’intestino e che influiscono sull’asse intestino cervello. La dieta si compone di più fasi, a partire da quella introduttiva volta alla disintossicazione dell’intestino e nelle successive via via si introducono sempre nuovi cibi.

Sono banditi durante tutta la durata della dieta i carboidrati raffinati, cibi confezionati e scatolame con coloranti e conservanti. 

Esempio dieta GAPS

Ecco un esempio di dieta GAPS che mostra quali alimenti evitare o introdurre nelle sue varie fasi.

  1. Nella prima fase si raccomanda l’assunzione regolare di carne, pesce e verdure bolliti, di brodo di ossa (preparato rigorosamente in casa) e di probiotici come yogurt ed estratti di verdura);
  2. Oltre agli alimenti della fase precedente, nella seconda si possono introdurre dei tuorli d’uovo da assumere crudi (biologici), il pesce fermentato oltre a carne e verdure;
  3. La terza fase prevede l’introduzione di carni anche arrostite o alla griglia, l’uso dell’olio di oliva EVO spremuto a freddo, uova strapazzate e di integratori probiotici;
  4. Nella quarta fase si può aggiungere il succo di carota e alcune ricette di pane e milkshake preparati secondo i canoni della GAPS;
  5. La quinta fase permette l’assunzione di purea di mele cotte, succhi di frutta fatti in casa e di vari tipi di verdura cruda;
  6. Nella sesta e ultima fase introduttiva, puoi mangiare anche la frutta cruda, usare il miele per dolcificare e preparare prodotti da forno con l’aggiunta di frutta secca.

La dieta continua permettendo di alimentarsi con uova, frutta e verdura di stagione fresche, carne e pesce, grassi naturali (olio EVO, di cocco e burro chiarificato), frutta secca in quantità moderata e altri prodotti specifici da forno.

Ovviamente, come in tutti i regimi alimentari, è sempre meglio non fare da sola/o, ma rivolgiti ad un nutrizionista esperto di dieta GAPS.

Dieta a basso contenuto di carboidrati: Miglior piano alimentare per perdere peso

Se hai provato molte diete, e non sei riuscito a perdere peso, ti consiglio di provare ad utilizzare una dieta a basso contenuto di carboidrati.

Devi sapere, che sono numerose le ricerche scientifiche, che hanno dimostrato, come le diete a basso contenuto di glucidi, come la dieta chetogenica e la dieta plank, possono favorire il dimagrimento e l’eliminazione del grasso in eccesso.

La maggior parte dei problemi cardiovascolari e metabolici dipendono esclusivamente da un consumo eccessivo di carboidrati, come cereali raffinati, bibite industriali, drink alcolici e cibi trasformati, come le merendine, le torte o i biscotti.

Dieta a basso contenuto di carboidrati: Perché questo piano alimentare è così efficace nel favorire la perdita di peso?

Le diete a basso contenuto di zuccheri favoriscono il dimagrimento, poiché:

  • Riducono la fame. La ricerca ha rilevato, che consumare diete ricche di proteine aumenta la sazietà, diminuendo il rischio di consumare un quantitativo calorico eccessivo. Questo effetto anoressizzante è causato dalla leptina, noto anche come ormone della sazietà. A differenza delle diete ricche di carboidrati, che aumentano la produzione della grelina, noto ormone della fame, le diete povere di zuccheri aumentano la leptina, l’ormone antagonista della grelina.
  • Proteggono la massa muscolare. Consumare una dieta ricca di proteine protegge la massa magra dal catabolismo muscolare, favorendo la combustione dei grassi. NOTA BENE: 1 kg di massa muscolare brucia quasi il doppio delle calorie della massa grassa! Diminuire eccessivamente la massa muscolare non è mai una buona idea!
  • Aumentano il metabolismo basale: Alcuni studi hanno dimostrato che per digerire le proteine e i grassi, l’organismo consuma un quantitativo di calorie maggiore, rispetto a metabolizzare i carboidrati. Questo innalza ulteriormente il tasso metabolico a riposo.
  • Migliorano la sensibilità insulinica: Consumare pochi carboidrati migliora notevolmente la sensibilità all’insulina. Quando abbiamo una cattiva sensibilità a questo ormone, l’organismo è predisposto maggiormente ad accumulare massa grassa nel corpo. Questo effetto se trascurato, aumenta la probabilità di soffrire di disturbi metabolici, diabete, disturbi cardiovascolari e ipercolesterolemia. Un altro fattore per migliorare la sensibilità insulinica è quello di praticare esercizio fisico durante la giornata.

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Cosa posso mangiare nella dieta a basso contenuto di carboidrati?

  • Carne
  • Pesce
  • Uova
  • Latticini poveri di zuccheri
  • Frutta secca
  • Semi oleosi
  • Frutta ( max un frutto al giorno). Evita di consumare frutta ricca di glucidi, come le banane e l’uva.
  • Verdura
  • Olio di cocco
  • Olio extra vergine d’oliva
  • Tisane alle erbe
  • Spezie
  • Erbe aromatiche
  • Acqua

Altri suggerimenti per favorire il dimagrimento

SEGUI UNA DIETA IPOCALORICA: Se vuoi dimagrire, devi necessariamente calcolare il tuo metabolismo basale. Su internet puoi trovare molte formule matematiche che ti calcolano il tuo fabbisogno calorico giornaliero, prendendo come parametri, l’età, il sesso, l’attività fisica, il lavoro ecc. Se ad esempio risulta che hai un metabolismo basale di 1400 Kcal, dovrai necessariamente seguire un regime dietetico con 1200-1250 Kcal. In questo modo, le 150 Kcal che non andrai ad assumere creeranno un deficit calorico, in grado di farti perdere peso.

CONSUMA ALIMENTI SANI: Anche se puoi consumare alimenti ricchi di proteine e grassi, non consumare le carni lavorate (salsicce, wurstel), gli oli di dubbia qualità ecc. Prediligi cibi naturali, come l’olio di cocco, la frutta secca, l’olio extra vergine d’oliva, il pesce, il pollo, il tacchino, le uova ecc.

MASTICA LENTAMENTE: Non consumare i pasti, come se fossi in guerra, cerca di assaporare ogni pietanza. Consumare velocemente un pasto, oltre ad aumentare il rischio di ingerire un quantitativo eccessivo di calorie, aumenta il rischio di disturbi digestivi, come pancia gonfia, flatulenza, infiammazione intestinale ecc. Alcuni studi hanno rilevato, come l’aumento di peso, possa dipendere anche da una digestione poco efficiente.

RIDUCI LO STRESS: Quando sei stanco, arrabbiato o preoccupato il tuo corpo produce un quantitativo eccessivo di cortisolo, noto ormone dello stress. Questo picco di cortisolo aumenta la fame nervosa e riduce il metabolismo basale, rendendo più difficile perdere peso. Potresti prendere in considerazione di praticare durante la settimana qualche forma di meditazione, come la meditazione mindfulness, il qi gong o la respirazione pranayama.

Garcinia Cambogia: effetti collaterali e proprietà dimagranti

Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare della garcinia cambogia, delle sue presunte proprietà dimagranti e dei suoi effetti collaterali. Ma cos’è la Garcinia cambogia e soprattutto la garcinia cambogia funziona davvero?

La Garcinia Cambogia, il cui nome botanico è Garcinia gummi-gutta, è un frutto originario delle coste indiane, specificatamente della regione della Garcinia. Nonostante ve ne siano moltissime specie diverse, solo in alcune è contenuto l’acido idrossicitico, ed è proprio grazie a questa sostanza che alla garcinia cambogia vengono attribuite proprietà dimagranti e anti obesità.

Garcinia cambogia: proprietà e utilizzo


Anticamente l’infuso di Garcinia Cambogia veniva utilizzato per le sue molteplici virtù curative, come antiparassitario intestinale e per il trattamento di alcune malattie degenerative. Inoltre la scorza essiccata di questo frutto trovava impiego in cucina come spezia e per la conservazione del pesce, dato il suo alto contenuto di acido citrico.

Ai giorni nostri è facile reperirla sottoforma di integratori alimentari e viene utilizzata quasi esclusivamente per facilitare la perdita di peso e il controllo delle dislipidemie.

Recenti studi in vitro, hanno infatti rivelato proprietà anti-obesità, con effetti dimagranti e antifame che vengono esplicati tuttavia solo dalla buccia del frutto, nella forma di estratto secco di garcinia cambogia.

Come agisce quindi sul nostro organismo? Quali le proprietà e gli effetti collaterali di una pianta cosi tanto pubblicizzata?

La Garcina cambogia funziona?


La Garcinia, somigliante a una piccola zucca tonda, cresce spontaneamente anche in Indonesia, Giappone e Filippine, rientrando tipicamente nella loro alimentazione e medicina tradizionale.

Tuttavia è nella buccia del frutto, come accennato precedentemente, che sono racchiuse le virtù dimagranti. Questa contiene oltre all’acido idrossicitrico, vitamine, carotenoidi, polissaccaridi (zuccheri a catena lunga) e flavonoidi.

Ma è proprio nell’acido idrossicidrico (HCA), che si racchiudono le sue principali virtù dimagranti. Oltre che l’impiego per perdere peso, la garcinia cambogia viene usata anche come coadiuvante nei trattamenti anticellulite.

Negli anni 70 infatti, secondo uno studio importante, si era dedotto che, l’HCA, era capace di inibire un enzima epatico coinvolto nella regolazione del metabolismo dei grassi (colesterolo e trigliceridi)

Quindi più semplicemente si deduceva che l’HCA, interferiva indirettamente con la produzione dei grassi e con la riduzione della conversione dei carboidrati in grassi, diminuendo così la loro concentrazione nel circolo ematico


Queste importanti reazioni biochimiche, sono state la base di pensiero per proporre integratori dietetici, rivolti alla perdita di peso e controllo dell’appetito. Infatti quando la Garcinia viene utilizzata come integratore, il meccanismo d’azione viene svolto durante l’ingestione dei carboidrati, i quali sono convertiti facilmente in glicogeno, zucchero di pronta disponibilità.

Indirettamente tutte queste risposte determineranno anche la maggiore produzione di aminoacidi, quindi un maggiore resistenza fisica e un maggiore senso di sazietà, favorito da una buona presenza di fibre, le quali, quando la Garcinia viene assunta sottoforma di compresse e con molta acqua, rigonfiano formando reticoli nello stomaco, saziando.

Nessun integratore deve sostituire la normale alimentazione, in quanto la parola stessa “integratore” descrive un’integrazione alla nostra alimentazione, facendo da supporto ad un regime alimentare improntato al dimagrimento e/o mantenimento del peso.

Diffidate da frasi illusorie in cui si dice che con la Garcinia si perdono 15-20 kg, perchè il dimagrimento è dato dalla sommatoria di fattori facenti parte di un corretto stile di vita: alimentazione corretta, attività fisica, e integratore adatto al proprio corpo.

CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI:


In base agli studi tossicologici non sono riportati effetti noti e tossicità.Gli integratori devono essere utilizzati sempre sotto consiglio di un esperto in materia e secondo le indicazioni consigliate. Il suo uso non dovrebbe prolungarsi per più di 40-60 giorni, onde evitare di far abituare l’organismo a un cambiamento di alcuni processi biochimici importanti, come il “salto enzimatico” citato prima.

POSOLOGIA :Sempre 30 minuti prima di pranzo e cena. Max 400 mg/kg diè.

Si sconsiglia utilizzo della Garcinia Cambogia in gravidanza, durante l’allattamento, in caso di ulcere gastriche e nei periodi che precedono e seguono interventi chirurgici.

Dipendenza da cioccolato: il cioccolismo come guarire

Il cioccolismo è – come l’alcolismo e il tabagismo – una dipendenza riconosciuta per il cioccolato. Nonostante possa far sorridere e credere sia impossibile, questa patologia colpisce il 40% delle donne e 15% degli uomini. La causa deriva dai componenti chimici contenuti nel cioccolato che alimentano il cervello, sino a sentire la sua continua mancanza.

Vediamo insieme di cosa si tratta nello specifico e se c’è una cura a riguardo.

Cos’è il cioccolismo


Con la parola cioccolismo si intende la dipendenza da cioccolato, in termini di largo uso sino alla pericolosità dell’azione stessa. Naturalmente è bene evidenziare che non si tratta di un problema, sino a quando il piacere per il cioccolato resta nella norma con assaggio di più varietà durante la giornata. Diventa dipendenza nel momento in cui non si può più fare a meno di mangiarlo, sotto ogni forma e a qualsiasi ora del giorno e della notte – senza distinzioni.

Questa dipendenza è legata ad alcuni componenti chimici che sono presenti all’interno di questo alimento famoso in ogni parte del mondo, che stimolano direttamente una zona particolare del cervello alla produzione di serotonina – ormone della felicità – regalando una sensazione di piacere e benessere.

Per andare nel dettaglio, questo alimento naturale, interagisce con i neurotrasmettitori dell’appetito, soddisfazione e regolazione dell’umore.


I ricercatori del CNR di Cagliari hanno svolto una ricerca, nel 2008, accurata e dettagliata scoprendo questo genere di dipendenza che colpisce gli umani e i topi, nello stesso modo.

Chi è colpito dal cioccolismo


Ci sono dei meccanismi particolari che spingono le persone a cibarsi continuamente di cioccolato, che esulano dal buon sapore o dalla voglia di qualcosa di dolce – amaro – consistente:

Dipendenza da cibo


Nonostante non sia stato ancora riconosciuta come patologia vera e propria, alcuni soggetti sono inclini alla dipendenza da cibo – soprattutto grassi – che presentano tra i componenti sostanze che agisco direttamente sul cervello (come sopra descritto). La dipendenza si crea nel momento in cui il cervello non può più fare a meno di queste sostanze.


Stress e tristezza


In un periodo di forte stress e tristezza, si tende a voler adottare soluzioni alternative e tra queste c’è il cioccolato, confort-food per eccellenza, fonte di buon umore e benessere. Più si mangia cioccolato, più si è felici e più se ne sente il bisogno.

Noia


Quando ci si annoia, la golosità prende il sopravvento e le persone inclini all’assunzione di sostanze “eccitanti” legate al benessere personale, tendono ad assumere cioccolato per sentirsi subito appagati. A seconda del tipo di carattere, l’effetto domino potrebbe essere compromettente portando – in poco tempo – alla richiesta continua delle sostanze contenute nel cioccolato.

Come guarire dal cioccolismo


A seguito di uno studio approfondito effettuato al CNR di Cagliari, i ricercatori hanno sviluppato un farmaco a base di una sostanza nota per il controllo della fame, il Rimonabant , utilizzata in tanti frangenti a dosi differenti.

Questo farmaco è in via sperimentale e non ha ancora avuto una conferma da parte dei professionisti del settore, polemizzando sui vari effetti collaterali che sviluppa a seguito della sua assunzione. In linea generale non è necessario un farmaco per “guarire” dal cioccolismo: nelle situazioni più normali, si dovrà contare sulla propria forza di volontà e sulla voglia di regolarizzare l’assunzione di cioccolato (o eliminarla completamente). Nei casi più gravi, si consiglia di rivolgersi ad uno psicologo professionista, che saprà indirizzare verso la guarigione e capire quale sia la vera motivazione di questa dipendenza.

Dieta Metabolica: cos’è e come funziona

La dieta metabolica, è un regime alimentare iperproteico e iperlipidico (cioè ad elevato contenuto di proteine e lipidi) e ipoglucidico (povero di carboidrati). Questo tipo di dieta, permette di ottenere degli ottimi risultati, in un lasso di tempo molto breve. E’ stata ideata dal Dottor Mauro di Pasquale.

Introducendo all’interno del organismo un basso apporto di carboidrati, quest’ultimo si abitua a trarre energia dalla “riserva energetica” del nostro corpo, appunto, i grassi, che invece di accumularsi, vengono bruciati.

Come funziona la dieta metabolica?


La dieta metabolica si basa si struttura in due fasi:

Fase di prova (anche detta fase di valutazione);
Seconda fase (detta anche fase di Dieta Metabolica).
La fase di prova, segue il cosiddetto “schema dei 14 giorni”. Durante questi 14 giorni, 12 sono dedicati al consumo di un numero limitato di carboidrati (si inizia solitamente con 30g e, in caso di problematiche, si aumenta di 10g in 10g) e molti grassi. Questa fase è denominata fase di scarico, dove la ripartizione dei nutrienti sarà: 50–60% grassi, 30–50% proteine e il numero limitato di carboidrati. Gli altri 2 giorni sono dedicati all’apporto di molti carboidrati. Codesta fase è detta fase di carico, dove la ripartizione dei nutrienti sarà suddivisa in: 25–40% grassi, 15–30% proteine, 35–55% carboidrati.

Questo schema, serve per individuare la quantità minima adeguata di carboidrati necessari al proprio organismo, per evitare spiacevoli effetti collaterali (stanchezza, nausea, mal di testa). Si consiglia di ripetere questo schema dei 14 giorni per due volte consecutive oppure, finché non si individua la giusta frazione di carboidrati individuale (ogni persona è diversa e di conseguenza l’apporto glucidico non può essere uguale per tutti).

La seconda fase, ovvero la fase della dieta Metabolica, ha tempo indeterminato. L’organismo ha ormai imparato che deve trarre energia dai grassi. Per mantenere questo tipo di metabolismo, si consiglia di alternare 5 giorni di scarico e 2 di carico (le due fasi, hanno la stessa percentuale di ripartizione dei nutrienti indicati nella fase di valutazione).

Cosa mangiare durante la dieta metabolica


La dieta metabolica non tiene conto delle calorie. Per attivare al meglio il metabolismo, i pasti sono suddivisi in 5 al giorno: 3 pasti principali e 2 spuntini. Alimenti proteici e ricchi di grassi, sono i protagonisti di questa dieta. Uova, pollo, manzo, carne, salsicce,olio, pancetta, pesce, burro, yogurt, latte, formaggi, affettati si possono consumare liberamente.


Per quanto concerne i carboidrati, si può ricavare la piccola dose giornaliera da: riso, orzo, quinoa, cous cous, crakers, pasta, pane, biscotti, gallette e fette biscottate. Infine, è possibile consumare frutta secca molto tranquillamente. Quest’ultima ha infatti un elevato contenuto di grassi. Da limitare, invece, è la frutta fresca (poiché è ricca di zuccheri semplici) e la verdura.

Controindicazioni della dieta metabolica


Questa particolare tipologia di dieta non è adatta a tutti. E’ finalizzata a coloro che vogliono aumentare la loro massa muscolare velocemente e bruciare grassi altrettanto rapidamente. E’ assolutamente sconsigliata a persone che hanno problemi di salute, patologie a carico dei reni, a donne in gravidanza e a tutte le persone che hanno particolari problemi di tiroide. Come per qualsiasi tipo di dieta, è fondamentale contattare il proprio medico, che vi indicherà se questo tipo di dieta fa al caso vostro o meno.

Lo scarso apporto di fibre, sali minerali, vitamine e antiossidanti possono apportare seri problemi alla salute. Questo tipo di dieta, in particolare, essendo povera di fibre, potrebbe provocare degli scompensi intestinali (pesantezza e stitichezza).

Per rimediare alla stitichezza, sarà bene consumare una porzione di frutta o verdura cotta sia a pranzo che a cena. Per integrare i sali e vitamine, durante la dieta metabolica, si consiglia di ricorrere ad integratori multivitaminici e salini ricchi di antiossidanti.

Tutte le indicazioni fornite in questo articolo hanno uno scopo esclusivamente INFORMATIVO e non vogliono sostituire in alcun modo il parere di medici, nutrizionisti e dietisti.

Bruciare Grassi: perché bisogna mangiarne per bruciarli

I grassi non sono qualcosa da evitare perché sono essenziali per lo sviluppo e la crescita del corpo. Inoltre danno energia, proteggono gli organi e le membrane cellulari e aiutano l’organismo ad assorbire e processare le sostanze nutritive. Per giunta, i grassi permettono al corpo di bruciare grassi. È necessario infatti che un terzo delle calorie della dieta provengano da grassi.

Certo, non tutti i grassi sono uguali. I cibi che scegliamo fanno la differenza tra un organismo in forma e uno malato e obeso. Una dieta ricca di alimenti grassi come pizza, patatine fritte e hamburger fa ingrassare e fa male alla salute ma per via dello scarso apporto nutrizionale e perché contiene grassi saturi.

I benefici dei grassi


Quando mangiamo, dobbiamo stare attenti sia al contenuto calorico dei cibi che alla qualità, perché ci servono alimenti benefici per il sistema immunitario e che permettano alla cellule di rimanere sane.

La maggior parte dei grassi che mangiamo, soprattutto se vogliamo dimagrire, dovrebbero essere insaturi, sia monoinsaturi (MUFA) che polinsaturi (PUFA). Perché? Perché i cibi “buoni” hanno davvero tante sostanze nutritive:

  • Semi
  • Noci
  • Verdure a foglia verde
  • Olio d’oliva
  • Avocado


Oltre a rimuovere il colesterolo cattivo dalle arterie e promuovere la salute del cuore, i grassi insaturi fanno bruciare grasso gran parte del tempo senza che questo annienti le calorie. È stato dimostrato che chi consuma soprattutto grassi insaturi ha un indice di massa corporea inferiore e meno grasso addominale rispetto a quelli che ne consumano meno. Vi sembra strano? Non così tanto, visto che questi grassi insaturi sono presenti in cibi di alta qualità.

Non tanto tempo fa, c’è stato un boom di prodotti senza grassi ovunque e i consumatori hanno risposto con entusiasmo. Niente di più sbagliato! Il nostro corpo ha bisogno dei grassi e la loro carenza non fa che aumentare l’obesità. Il motivo è molto semplice: se a un alimento vengono tolti i grassi, è meno saporito. Di conseguenza aggiungiamo zucchero e sale, che non hanno sostanze nutritive, per renderlo più buono.

L’organismo ha bisogno per ricaricarsi di energia di carboidrati, proteine e grassi. Un grammo di grasso fornisce il doppio dell’energia di un grammo delle altre due sostanze. Se non abbiamo grassi non abbiamo il carburante per bruciare calorie. E l’energia ci serve per far funzionare il metabolismo correttamente. Inoltre, sappiate che i grassi “vecchi” immagazzinati ad esempio intorno alla pancia o al sedere non possono essere bruciati senza grassi “nuovi”. Mangiare grassi provenienti da cibi di qualità, come i grassi insaturi quindi, attiva il processo che spinge il corpo a bruciare grassi che non servono più.


Infine, c’è da dire che i grassi ci fanno sentire sazi prima e mangiare meno si traduce in perdita di peso. Per non parlare del fatto che i cibi che contengono grassi sono più gustosi e placano gli attacchi di fame. Con un allenamento adeguato poi, consumare cibi che contengono grassi fa aumentare la massa muscolare e bruciare calorie perché attiva il metabolismo. Infine, è importante sottolineare che molte sostanze nutritive come le vitamine A, D, E e K vengono assorbite dal corpo solo in presenza di grassi perché liposolubili e le carenze causano pelle secca, cecità, problemi alle ossa, dolori muscolari e coaguli anormali nel sangue.

Cosa mangiare quindi?

Mangiate i cibi suddetti per quanto riguarda i grassi monoinsaturi e per gli omega3 e gli omega6 della categoria dei grassi polinsaturi optate per l’olio di lino o di canapa. Limitate invece il consumo di grassi saturi come quelli di derivati animali e olio di cocco e di palma. I grassi trans che sono processati chimicamente si trovano in cibi fritti, margarina e alimenti trattati per migliorarne il gusto e l’aspetto e vanno proprio evitati.

Come dimagrire la pancia: consigli dietetici

Non sempre si desidera dimagrire in ogni zona del corpo ma ci si vuole concentrare su un punto specifico come ad esempio la pancia. Infatti, non è insolito sentire qualcuno che si chiede: Come dimagrire la pancia? Quali esercizi per dimagrire la pancia?

Queste domande sono lecite nel momento in cui si ha un ventre prominente ed eccessivamente pieno rotondo. Di solito si vorrebbe avere la pancia piatta e per riuscire ad ottenere questo risultato velocemente, si prova di tutto. Per eliminare la pancia però non bastano le buone intenzioni, ma è necessario intervenire sulla propria alimentazione evitando di mangiare alcuni cibi. Se vuoi sapere quindi come togliere la pancia e come dimagrire i fianchi , continua a leggere: vedremo insieme qual è la migliore dieta per dimagrire la pancia.

Dieta per dimagrire la pancia: consigli utili

Se vuoi sgonfiarti, perdere un po’ di peso e sopratutto dimagrire la pancia allora devi seguire un programma alimentare che ti permetta di sgonfiarti, di eliminare il gonfiore dell’addome e ottenere così una pancia piatta e meno prominente.

La dieta per dimagrire la pancia è molto semplice da seguire perché si tratta più che altro di un elenco di alimenti da evitare se si desidera avere in poco tempo un ventre nuovamente piatto. Allora la dieta per dimagrire la pancia consiglia di evitare alimenti come:

Gli insaccati, i salumi, i cibi lievitati come pane e pizza, e i fritti
I cavoli, calvolfiori e cavoletti di Bruxelles, i peperoni e i pomodori maturi
Yogurt e formaggi fermentati, oltre che i formaggi acidi come lo stracchino e la ricotta o i fiocchi di latte
Gomme da masticare, legumi come i fagioli, e bibite gassate e alcoliche
Invece è possibile mangiare altri alimenti che aiutano la pancia a sgonfiarsi come:

Il finocchio, l’insalata verde, zucchine, melanzane e asparagi verdi o bianchi
La carne bianca come il pollo, tacchino e il coniglio
Fibre come: avena, mais, riso, riso integrale e grano integrale
Verdure cotte come le bietole e gli spinaci
Infine, per riuscire a sgonfiare la pancia in modo corretto bisogna assumere molti alimenti freschi come la frutta ricca d’acqua, ad esempio: anguria, pere, ananas, kiwi, pompelmo e mele. Sono molto consigliati anche i cereali integrali, che possono riattivare il funzionamento dell’intestino. Infine, sono molto importanti anche le tisane drenanti che hanno un effetto anticellulite e diuretico. Tra le più consigliate ci sono le tisane alle bacche di goji, il tè verde, le centrifughe di verdura e frutta.

Seguendo queste indicazioni per almeno due settimane si ha la possibilità di perdere peso e chili in eccesso che si sono accumulati sulla pancia.

Esercizi per dimagrire la pancia: quali sono i migliori


Oltre alla dieta per riuscire a dimagrire la pancia ci sono anche degli esercizi per perdere peso sull’addome ed avere così la pancia piatta e tonica.Il metodo più conosciuto sono gli addominali alti, bassi, e obliqui. Facendo gli addominali tutti i giorni si stimolano i muscoli dell’addome a bruciare un maggior numero di calorie ed eliminare gli strati di grasso eccessivo.

Oltre agli addominali ci sono diversi sport che offrono la possibilità di perdere peso e far scendere la pancia. Gli sport che hanno i migliori effetti sull’addome sono: la camminata, la corsa, il nuoto, lo yoga e il pilates. Tutti questi sport permettono di migliorare lo stato muscolare di tutto il corpo e al contempo ti aiutano ad appiattire la pancia ed ottenere davvero il fisico che desideri.

Dieta di mantenimento: consigli per non riprendere il peso perso

Cosa si intende per dieta di mantenimento? La dieta di mantenimento è il regime alimentare che si dovrebbe seguire per mantenere inalterato il peso corporeo, ossia il proprio peso forma. Questa dieta è utile sia per coloro che hanno appena concluso una dieta, sia per coloro che non vogliono prendere peso. La dieta di mantenimento serve quindi a mantenere l’equilibrio tra massa magra e massa grassa.

Si tratta quindi di una dieta normo-calorica, che fornisce all’organismo tutti i nutrienti necessari secondo i principi della corretta alimentazione. Bisogna considerare la dieta di mantenimento come una forma di educazione al corretto modo di nutrirsi e che dovremo conservare per tutta la vita. Bisogna imparare a mangiare in modo giusto e sano. Lo sgarro e la concessione alla golosità può essere tollerata se viene compensata con un pasto successivo più leggero.

Dieta di mantenimento

Per impostare il corretto regime di mantenimento dobbiamo per prima cosa analizzare il nostro stile di vita. Ma non solo, anche i nostri gusti a tavola e quanto movimento facciamo giornalmente. Il fabbisogno calorico giornaliero è un dato personale che dipende da: età, sesso e stato di salute. È possibile farsi aiutare da uno specialista per studiare il regime dietetico più adatto a noi, ma di solito è sufficiente seguire i principi della sana alimentazione ispirandosi alla piramide alimentare della dieta mediterranea.

Piramide dieta mediterranea

Secondo il modello della dieta mediterranea, l’assunzione della calorie giornaliere dovrebbe essere ripartita in:

55-60% di carboidrati;
10-15% di proteine;
25-30% di grassi.
Se stiamo seguendo il corretto stile alimentare, il nostro peso non dovrebbe subire cambiamenti.

Ecco alcune regole fondamentali che devi rispettare in questo tipo di regime alimentare:

  • Non saltare mai i pasti: colazione, spuntino, pranzo, spuntino e cena;
  • Mangia sempre alla stessa ora e con regolarità;
  • Controllare le calorie assunte sopratutto attraverso i condimenti e i grassi;
  • Bere 2 litri di acqua al giorno;
  • Praticare almeno 30 minuti di attività fisica ogni giorno;
  • Stabilire il fabbisogno calorico giornaliero;
  • Evitare e/o limitare l’assunzione di alcolici, bibite e alimenti ricchi di zuccheri;
  • Evitare situazioni di stress.

Cosa mangiare durante la dieta di mantenimento?

A colazione, un menù ideale è quello composto da: una tazza di latte parzialmente scremato con 2 cucchiai di cereali integrali (o fiocchi d’avena o corn flakes) oppure da uno yogurt magro, un frutto di stagione, the o caffè con un cucchiaino di zucchero.

A metà mattina e a metà pomeriggio: è consigliabile consumare un frutto di stagione. Va ricordato che la frutta, è meglio mangiarla lontano dai pasti principali, per evitare effetti di fermentazione che rallentano la digestione e la combustione delle calorie ingerite.

A pranzo e cena, cercate di iniziare sempre con un piatto abbondante (200 grammi ) di verdura, cotta o cruda, preferibilmente di stagione.
Alternate poi carboidrati e proteine evitando di associarli nello stesso pasto. Un pranzo a base di pasta o riso, oltre alle immancabili verdure, e una cena a base di carne o pesce sarebbero l’abitudine ideale da assumere. E non solo per una dieta di mantenimento, ma sempre.

La Tisana al caffè verde fa dimagrire?

Sostituiresti il tuo caffè mattutino con una tisana al caffè verde? Se pensi che non rinunceresti mai al tuo espresso, è forse perché non conosci le virtù dimagranti del caffè verde. Scopriamo insieme in che modo puoi usare il caffè verde per dimagrire.

La risposta a questa domanda è molto dibattuta tra gli esperti. Secondo uno studio diffuso sulle pagine del Journal of Agricultural and Food Chemistry gli integratori a base di caffè verde non servono a perdere peso, e chi li pubblicizza in tal senso fa pubblicità ingannevole. Anche l’Efsa, l’Autorità europea che si occupa di sicurezza alimentare, resta cauta in proposito.

La verità è che ovviamente bere una tisana al caffè verde non basta per dimagrire. Come accade per molti altri alimenti, da solo non serve a molto. In base però a quelle che sono le sue proprietà, si può dire che una tisana a base di questi chicchi può aiutare in modo efficace a coadiuvare una dieta dimagrante.

Ovvero, se segui un regime ipocalorico e fai il giusto quantitativo di movimento fisico, bere il caffè verde in tisana, assumendone una tazza almeno mezz’ora prima dei tre pasti principali, ti aiuterà a smaltire più rapidamente il grasso in eccesso. Ecco perché.

Il caffè verde non è altro che il solito caffè che siamo soliti bere al bar, solo prima di aver subito il processo di torrefazione. Questo fa in modo che buona parte delle sostanze nutritive che contiene vengano conservate intatte.

I chicchi verdi del caffè sono ricchi di vitamine del gruppo B e di sali minerali; hanno un elevato contenuto di antiossidanti, persino superiore a quello del tanto decantato the verde.Contengono caffeina, ma in misura minore rispetto ai chicchi torrefatti. Questo offre molti vantaggi.

La caffeina, come è noto, è un potente brucia grassi. Quella contenuta nel caffè torrefatto però viene assorbita in fretta dalle mucose intestinali e termina il suo effetto in poco più di mezz’ora. Viceversa la caffeina dei chicchi verdi impiega alcune ore per essere metabolizzata.

Ciò vuol dire che ha più tempo per dimostrare la sua efficacia: insieme all’acido clorogenico, un polifenolo, aiuta la lipolisi, vale a dire, accelera il processo di smaltimento dell’adipe in eccesso accumulato.

Il caffè in chicchi verdi ha proprietà interessanti anche a livello di indice glicemico, poichè diminuisce l’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale. Infine, non causa effetti collaterali, come sovraeccitazione e insonnia, che possono essere indotti dal caffè torrefatto.

Preparare una tisana al caffè verde è molto facile: basta acquistarne i chicchi, pestarli fino a trasformarli in polvere, metterli in infusione in acqua ad 80 gradi e poi filtrare. In commercio si trovano anche bustine preconfezionate, come quelle del the, o capsule da assumere come integratori.

Il caffè verde non ha particolari controindicazioni ma se ne sconsiglia l’assunzione alle donne in gravidanza e ai bambini. Dovrebbero fare attenzione anche coloro che soffrono di gastrite o disturbi intestinali. In generale è sempre meglio chiedere prima un consiglio al proprio medico di fiducia.