Zafferano di Qualità, come riconoscerlo e dove comprarlo

Lo Zafferano è la spezia più rinomata e di valore del mondo, un prodotto naturale di qualità quasi inestimabile, quando si parla di prodotto puro, raccolto a mano, venduto in pistilli( o stimmi) oppure in polvere, rigorosamente certificata. E’ molto amato sia in Italia(soprattutto) che nel resto del mondo. In Italia è fortemente legato ai piatti della tradizione milanese, come il classico risotto alla milanese, e ossobuco.

E’ la spezia più costosa che si trova sul mercato, ciò deriva dal fatto che una quantità sensibile si realizza con un numero di pistilli elevatissimo: per produrre 1 kg. di zafferano sono necessari circa mezzo milione di stimmi, dove si deposita il polline sui fiori di zafferano che una volta essiccato realizza la spezia molto amata.

La raccolta avviene nel periodo autunnale, ed oltre in Italia, altri paesi hanno una tradizione che ne fa di esportatori molto apprezzati, come Iran, India, Spagna e Grecia. In Italia, soprattutto nel centro ci sono coltivazioni di qualità alta, in Abruzzo, Basilicata, Sardegna.

Proprietà dello Zafferano

Oltre al gusto inconfondibile che dona ai piatti in cui viene utilizzato, la scienza ha evidenziato alcune proprietà dello zafferano che fanno bene. La crocina contenuta nello zafferano è un coadiuvante efficace contro gli stati depressivi, aiuta la prevenzione contro il morbo di Alzheimer, e altre patologie che coinvolgono il cervello a livello degenerativo, riduce le placche delle arterie, aiuta i problemi legati alla disfunzione erettile e i contrasta i dolori mestruali, l’insonnia.

Come e dove acquistare zafferano di qualità pura

Proprio per il valore assoluto della spezia, quando ci imbattiamo in prodotto in polvere dobbiamo fare attenzione particolare a non incorrere in frodi, perché spesso lo zafferano dato il suo classico colore rosso arancio, viene mescolato a sostanze simili per cromia, ma assolutamente di valore minore che alterano la purezza della spezia, come la curcuma ad esempio.

Il prezzo di un grammo di zafferano è variabile in alto dai 15 ai 50 euro, per cui se ci troviamo di fronte un prodotto con un prezzo sensibilmente più basso dobbiamo interrogarci sulla provenienza, sulla produzione, sull’affidabilità de venditore e che non sia appunto alterato da altre sostanze.

Oltre al prezzo anche l’intensità di colore, dato dalla crocina appunto, è una variabile per riconoscere lo zafferano puro. Più intenso è il colore, maggiore è la qualità dello zafferano che stiamo acquistando.

Un’alternativa che infonde sicurezza sulla qualità di questa spezia è acquistare lo zafferano in stigmi(o stimmi, o pistilli), proprio perché in questa forma sono più difficilmente(se non impossibile) alterabili.

In questo caso la contraffazione avviene con l’aggiunta di colorate, e osservando bene i pistilli, essi devono assolutamente essere di un colore vario, anche se intenso ma mai identici, altrimenti potrebbero essere stati trattati con colorante.

Inoltre i pistilli devono essere secchi, spezzabili con le dita, e lunghi circa un centimetro e mezzo.

Una caratteristica che ci rassicura e ci rende certa la qualità è la filiera, la provenienza, e i metodi di coltivazione del produttore, meglio se lo conosciamo proprio, e possiamo vedere le piantagioni direttamente, proprio dato il costo elevato che ha il prodotto finale.

Un’ulteriore prova di purezza è immergere lo zafferano in acqua calda, quello di qualità più pura rilascerà subito il colorante vivido rosso arancio.

E’ bene acquistare pistilli di zafferano provenienti da coltivazione biologica, senza uso di pesticidi e prodotti chimici, in modo di avere un prodotto veramente top qualità e non trattato.

Lo zafferano italiano biologico è certificato ai test ISO di qualità(ISO 3632-22010), che determinano i valori di picrocrocina e crocina, nonché di safranale. La Picrocrocina trasmette il potere amaricante, la crocina il colore e il safranale l’aroma dello zafferano puro, caratteristiche che sottolineano che stiamo valutando uno zafferano di prima fascia.

E tu hai mai acquistato lo zafferano puro?

Bacche di goji come sfruttarle a colazione

Bacche di Goji a Colazione

Bacche di Goji: come sfruttarle a colazione

Le bacche di Goji sono dei piccoli frutti che contengono però moltissimi benefici. È consigliato mangiarle a colazione per goderne dei benefici. Di seguito verranno elencati dei suggerimenti su come sfruttarle.

Come sfruttare le bacche di Goji a colazione: consigli

Il modo classico per consumare le bacche di Goji è quello di abbinarle con cereali e latte, oppure con cereali e yogurt greco. Si possono anche abbinare della frutta di stagione, o anche frutta secca per aggiungere più gusto. Altro modo per consumare le bacche di Goji è quello di preparare un infuso a base di questi piccoli frutti: basta bollire un cucchiaio di bacche in 250ml di acqua; poi bisogna filtrare il liquido e berlo, addolcendolo anche con del miele.

Per una colazione sana e leggera si può ricorrere alle barrette con frutta secca e bacche di Goji, acquistabili in ogni supermercato o negozio di di fitness. Tuttavia è consigliato prepararle in casa, visto che sono facili da fare e si può controllare quali ingredienti vengono messi. Invece, se si è in vena di una colazione diversa dalle altre ma allo stesso tempo sana si può optare per un porridge con frutta secca o fresca e bacche di Goji; queste possono essere mescolate insieme al porridge oppure possono essere aggiunte ad esso, fresche, appena prima di essere mangiato.

Se invece ci si sveglia la mattina con la voglia di qualcosa di dolce e goloso, l’ideale è prepararsi un plumcake all’arancia e bacche di Goji, oppure una torta al cioccolato fatta di muesli e bacche di Goji. Un ciambellone marmorizzato, oltre ad essere gustoso, può anche rallegrare la giornata con i suoi colori vivaci dati dalle bacche di Goji messi all’interno dell’impasto. Un dolce facilmente mangiabile e molto pratico sono i muffin con bacche di Goji e gocce di cioccolato, oppure muffin con yogurt e bacche di Goji. Insomma, si può scatenare la propria fantasia facendo attenzione a bilanciare il sapore delle bacche con gli altri ingredienti e gli altri frutti.

Per una colazione semplice e gustosa, si può spalmare una marmellata di goji su delle fette di pane integrale o anche su delle fette biscottate. Infine, se si va di fretta e non si ha tempo di fare una colazione tranquilla, basterà mangiarsene una manciata per sentirsi subito sazio e pieno di energie oppure usare degli integratori a base di bacche di Goji.

I benefici delle bacche di Goji

Esistono tantissimi modi e preparazioni per consumare le bacche di Goji a colazione e possono, come detto precedentemente, apportare tantissimi benefici al corpo. Ma quali sono i benefici di queste bacche rosse a forma di peperoncino? Che siano bacche di Goji fresche o essiccate, i benefici e le proprietà nutrizionali non cambiano affatto. Anzitutto contengono molti antiossidanti i quali prevengono l’invecchiamento di tessuti e ossa che compongono tutto il corpo. Permettono di aumentare le difese immunitarie grazie ai polisaccaridi presenti al loro interno, e contengono anche Vitamina A, C e B le quali aiutano a prevenire la comparsa di tumori.

Omega 3 e Omega 6, due grassi buoni che sono importanti per la regolazione della pressione sanguigna e per regolare le risposte infiammatorie del corpo e della pelle. Inoltre, grazie alle fibre e ai probiotici, aiutano moltissimo l’intestino e migliorano il transito intestinale. Proteggono anche la vista grazie a delle sostanze: le carotenoidi, presenti anche nelle carote. Le bacche di Goji aiutano anche ad abbassare il colesterolo e a stimolare la perdita di peso; per questo vengono impiegate da moltissime persone nella loro dieta.

Per i diabetici, invece, le bacche di Goji possono essere un vero e proprio aiuto, visto che controllano la glicemia e stabiliscono i livelli di glucosio nel sangue, con effetti a lungo termine. Infine posseggono un potere saziante: è possibile mangiarle così, in forma pura, per sentirsi velocemente sazi.
Sebbene facciano bene e contengano così tanti principi nutritivi, bisogna comunque controllare di non avere allergie a riguardo. È quindi consigliato consultare un medico o un nutrizionista per avere informazioni aggiuntive.

Conclusione

Le bacche di Goji sono dei veri e propri frutti miracolosi, i quali posseggono proprietà nutritive che possono migliorare lo stato del proprio corpo. Come si è appena visto, sfruttarle a colazione non è assolutamente complicato: basta solo scegliere quello preferito e quello considerato più creativo.

Dalla piantina alla tazza, il percorso del caffè

Il caffè è la bevande più amata al mondo grazie al suo gusto, e anche all’interessante processo di lavorazione dal seme alla pianta. Oggi andiamo a parlare del percorso del caffè dalla semina alla tazza da gustare.

La semina, la raccolta e la lavorazione preliminare del caffè

I chicchi di caffè sono in realtà dei semi e solo dopo che sono stati asciugati, arrostiti e macinati si possono utilizzare per preparare la bevanda in tazza. I semi vengono normalmente piantati in grandi letti ombreggiati, e dopo la germinazione le giovani piantine crescono per alcuni giorni prima di spostarle in singoli vasi con terreni accuratamente formulati allo scopo di garantirne uno sviluppo ottimale.

Le piantine in vaso sono ombreggiate dal sole cocente, e annaffiate frequentemente fino a quando non sono abbastanza vigorose da essere spostate nel loro luogo di crescita permanente. La semina tuttavia viene eseguita meglio durante la stagione delle piogge per garantire che il terreno rimanga umido man mano che le radici si stabilizzano.

A seconda della varietà specifica, ci vogliono circa 3-4 anni affinché i cespugli di caffè appena piantati producano i famigerati chicchi. Premesso ciò, una volta pronti si possono raccogliere anche se la maturazione può avvenire in periodi diversi; infatti, in paesi come il Brasile dove la terra è pianeggiante e il caffè viene coltivato in grandi aziende agricole, i chicchi vengono raccolti automaticamente sia dalle macchine che dall’uomo. In entrambi i casi vengono adottati due metodi, ossia il primo prevede la raccolta delle strisce poichè i chicchi vengono rimossi dal ramo a mano o con l’ausilio di una macchina, mentre il secondo invece viene definito raccolta selettiva che prevede solo quella dei chicchi maturi dal colore rossastro. Dopo la raccolta, i chicchi vengono elaborati il prima possibile per evitarne il deterioramento.

A seconda delle risorse e della posizione geografica, viene utilizzato un determinato metodo come ad esempio quello a secco che è il più antico ed è ancora oggi molto popolare nelle regioni in cui l’acqua è scarsa. Nello specifico i chicchi vengono distribuiti su una grande superficie e lasciati asciugare al sole per 15-20 giorni, e nel corso di tale periodo degli addetti provvedono a girarli e rastrellarli ogni 24 ore per evitare la fermentazione e per assicurare che si asciughino uniformemente. A seconda delle condizioni meteorologiche, il processo di essiccazione può richiedere diverse settimane per ogni singola raccolta, fino a quando non raggiungono un coefficiente di umidità inferiore all’11%. In questa fase, lo strato esterno si sarà seccato e diventerà nero e fragile.

L’asciugatura tra l’altro rende molto più facile la rimozione della pelle esterna. In alternativa a questo antico metodo di lavorazione preliminare dei chicchi di caffè, molti produttori la effettuano optando per il metodo bagnato e che nello specifico grazie proprio all’acqua che spreme la pelle i chicchi rimarranno senza danni. Successivamente vengono selezionati a mano e utilizzati per produrre caffè di qualità inferiore.

Il processo di macinazione del caffè

Prima di essere immessi sul mercato, i chicchi di caffè essiccati vengono lavorati con una sequenza ben precisa; infatti, innanzitutto si procede alla rimozione della buccia a cui fa seguito la lucidatura, anche se questo è un passaggio facoltativo che viene saltato da alcuni produttori. Premesso ciò, dopo la suddetta lucidatura (considerati di qualità superiore rispetto a quelli non lucidati), vengono poi ordinati e classificati in base alle dimensioni e al peso.

I chicchi lucidati sono anche controllati per incoerenze di colore e altri difetti con le mani e il processo è molto scrupoloso e può richiedere diverse ore. Alla fine della macinazione, solo i migliori chicchi vengono confezionati per la vendita ai mercati di fascia alta. Questi ultimi che in pratica sono le aziende che lo commercializzano all’ingrosso e al dettaglio provvedono alla torrefazione.

La torrefazione del caffè

Quando si parla di torrefazione del caffè, prima di descriverne la procedura è importante sottolineare che i chicchi non torrefatti noti anche come caffè verde hanno tutti i sapori racchiusi in essi. La torrefazione cerca quindi di trasformare il caffè verde in marrone con la tostatura che viene effettuata a temperature di circa 280° durante i quali i chicchi di caffè verde vengono ruotati continuamente per evitare la combustione.

Una volta che assumono la suddetta tonalità scura inizia a emergere un olio profumato (caffeolo). Questa fase di torrefazione si chiama pirolisi ed è il cuore della procedura in oggetto, e che dona al caffè l’aroma e il sapore che si può notare ogni qual volta questa bevanda viene servita in tazza.

La caffeina e gli effetti sul sonno

Il sonno può essere influenzato dalla caffeina; infatti, esiste un’associazione tra l’assunzione giornaliera di questa sostanza e la sua riduzione, ma tuttavia ci sono molti fattori che addirittura lo favoriscono.

La caffeina e la qualità del sonno

Gli effetti più documentati della caffeina sul sonno consistono principalmente nella sua latenza prolungata nel tempo, nel peggioramento della qualità, negli aumenti del sonno leggero e nell’accorciamento del tempo di sonno profondo nonché nei risvegli più frequenti. Il sonno con movimento rapido degli occhi (REM) è tuttavia meno influenzato e durante il quale si verificano i sogni, e il corpo subisce marcati cambiamenti tra cui un rapido movimento degli occhi, perdita di riflessi e aumento della frequenza del polso e dell’attività cerebrale.

La caffeina è comunque uno stimolante, e la maggior parte delle persone la usa dopo essersi svegliata al mattino o per rimanere vigile durante il giorno. L’assunzione moderata di caffeina, tuttavia non è associata ad alcun rischio per la salute, per cui si può tranquillamente asserire che tre tazzine di caffè al giorno pari a circa 250 milligrammi di caffeina sono considerate una moderata quantità, mentre sei o più vengono classificate come eccessive e non per la qualità del sonno bensì per altri fattori legati alla salute.

A margine possiamo dunque dire che un uso non sconsiderato è più che consigliabile anche nei soggetti che non risentono in alcun modo del quantitativo di caffeina presente in ogni singola tazzina.

Da cosa dipendono gli effetti della caffeina sul sonno?

Gli effetti della caffeina sul sonno dipendono non solo dalla quantità di sostanza ingerita al momento di coricarsi, ma anche da quella assunta durante l’intera giornata. La sensibilità umana agli effetti della caffeina sul sonno è tuttavia variabile e la sua base esatta è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi.

Una recente ricerca ha in tal senso concluso che gli individui rispondono in modo diverso alla caffeina in base a una varietà di fattori, tra cui l’età, i livelli di sensibilità, l’assunzione regolare, i tempi di consumo e la variabilità genetica. Tutti interagiscono sui cosiddetti cicli del sonno che possiamo sintetizzare in normale e rapido. Il primo è diviso in non rapido (NON- REM) e rapido (REM).

Il sonno Non REM è poi ulteriormente suddiviso in tre fasi progressivamente più profonde; infatti, inizia proprio in Non REM e progredisce attraverso fasi più profonde, prima che l’episodio di sonno REM si verifichi dopo circa 80-100 minuti. Successivamente, il sonno Non REM e il ciclo di sonno REM durano circa 90 minuti.

I falsi miti della caffeina che impedisce il sonno

In contrapposizione al fatto che la caffeina non favorisce il sonno e che quindi rappresenta la bevanda preferita di coloro che lavorano o studiano di notte, può per certi versi essere smentita. Recenti studi in tal senso e condotti da un esperto del sonno vale a dire il Dr Neil Stanley, hanno infatti provato che bere caffè prima di andare a dormire non sempre comporta notti insonni sfatando quindi un mito.

Alcune persone infatti sono sensibili agli effetti eccitanti della caffeina, e per questo motivo è importante evitare di ingerire bevande contenenti la sostanza specie in orari prossimi a quello di andare a dormire. Tuttavia non esiste una regola d’oro al riguardo; infatti, basta ascoltare il proprio corpo come suggerisce un illustre nutrizionista americano.

Quest’ultimo nello specifico asserisce che per un certo numero di persone che non provano nessuno dei suddetti effetti causati dalla caffeina sono molto più bassi e la sostanza potrebbe quindi non averne alcuno. Da ciò si evince che a seconda dei fattori legati a età, livelli di sensibilità, assunzione regolare, tempi di consumo e variabilità genetica ovvero quelli descritti in precedenza, se alcuni soggetti bevono fino a due tazze di caffè forte ogni sera, quasi sicuramente non è questo il motivo per cui non riescono a dormire.

L’imballaggio perfetto per spedire le capsule del caffè

La necessita di utilizzare un buon imballaggio per la spedizione di capsule di caffè nasce dall’importanza del mantenimento della freschezza e della qualità del prodotto.

Le varie tipologie di packaging

Il caffè è un prodotto presente in maniera notevole e consistente non solo nella vita quotidiana delle persone, dal punto di vista del consumo, ma sopratutto nel mercato nazionale. La necessità quindi di avere ottime tecniche di imballaggio e di mantenimento del prodotto ha subito sviluppi e miglioramenti nel corso degli anni grazie all’importante lavoro fatto dalle aziende, anche in termini di sostenibilità.

I risultati raggiunti sia dal punto di vista dei materiali che dell’estetica degli imballaggi per caffè macinato così come per capsule è ovviamente a vantaggio sia dei rivenditori che delle famiglie, rivelandosi utili qualora volessimo spedire in proprio capsule di caffè, per esempio in regalo. Esistono numerose tipologie di imballaggio e packaging per il settore alimentare, alcune più e altre meno utilizzate sia per ragioni ecosostenibili sia per praticità di conservazione e tutela del prodotto.

La tipologia maggiormente utilizzata è il poliaccoppiato flessibile, in particolare quello realizzato con materiali biodegradabili. Questa soluzione è la più accreditata grazie alla grande capacità di mantenere la freschezza e la qualità del caffè a lungo termine, senza che durante una lunga spedizione possano essere compromesse. Esistono poi confezionamenti ed imballaggi sia 8n barattolo che in gustino, in particolare quelli da 3kg destinati ai bar. I contenitori meno capienti invece sono destinati al consumo familiare.

Il poliaccoppiato flessibile è la soluzione perfetta

Questo genere di imballaggio è stato sviluppato e prodotto con il fine di garantire una maggiore resistenza del prodotto e un sicuro mantenimento della sua freschezza. Esistono varie tipologie di poliaccoppiato; questo genere di imballaggio e costituito da diversi strati di carta, alluminio e plastica. In base alla loro struttura e consistenza, possono essere più o meno sostenibili dal punto di vista dello smaltimento e del riciclo.

Il tipo di imballaggio che si utilizza per i salumi o per i formaggi per esempio è difficile da riutilizzare e quindi da riciclare. Una varietà di poliaccoppiato fortemente consigliata per l’imballaggio del caffè, non solo per le sue ottime doti di salvaguardia del prodotto e della sua freschezza, è quello a base cellulosica. Questa varietà è infatti una soluzione perfetta anche in termini di riciclo e sviluppo ecosostenibile. Il primo sistema di imballaggio in poliaccoppiato a base cellulosica è stato brevettato negli anni 50 dalla Tetra Pak, un’azienda svedese.

Per sottolineare ulteriormente il motivo per il quale questo genere di imballaggio è il più utilizzato nel mondo, bisogna segnalare anche le sue doti di maneggevolezza e versatilità, è una struttura di contenimento assolutamente leggera. In tal senso, è assolutamente il genere di imballaggio assolutamente consigliato, oltre che per altri generi di cibi di consumo quotidiano, soprattutto per la spedizione di capsule per il caffè.

Consigli sul riciclo di capsule e per il loro imballaggio

Oltre all’importanza dell’imballaggio, è bene spiegare quanto sia utile e facile riciclare le cialde per il caffè già utilizzate. Piuttosto che gettarle una volta consumate, in maniera indistinta, bisogna assolutamente essere a conoscenza delle innumerevoli quantità di materiale che possiamo ricavare dalle capsule di caffè ormai da buttare.

Esistono infatti numerose tecnologie e strumentazioni che permettono una efficace separazione della plastica, alluminio e della frazione organica. In questo modo, sarà possibile garantire una maggiore ecosostenibilità dell’utilizzo delle capsule, vista le loro caratteristiche strutturali.

Per concludere, è bene seguire attentamente alcune indicazioni base nella scelta della tipologia di imballaggio, sia dal punto di vista dei materiali sia dal punto di vista della sua sostenibilità ambientale ed eventuale riciclo. Innanzitutto bisogna assolutamente tener presente che alcuni materiali svolgono la loro funzione in base al tipo di percorrenza, e alla sua durata.

Quindi, è importante informarsi sulle tempistiche della spedizione in modo tale da poter scegliere il materiale che garantisca una maggiore efficacia. Non tutte le tipologie di imballaggio sono adatte infatti per i viaggi medio-lunghi. Il poliaccopiato per esempio è assolutamente il miglior imballaggio in qualsiasi caso, soprattutto per viaggi che prevedono diverse ore. Nel caso in cui invece la spedizione sia di breve durata, è possibile affidarsi anche a imballaggi più semplici dal punto di vista strutturale ma maggiormente pratici dal punto di vista del riciclo e smaltimento.

Mandorle a Colazione: Benefici e Controindicazioni

La colazione è un pasto essenziale per iniziare al meglio la giornata. Per la giusta dose di energia, le mandorle possono rivelarsi una soluzione perfetta.

Le proprietà benefiche delle mandorle

Sono davvero molteplici i motivi che rendono il consumo quotidiano di mandorle un elemento assolutamente benefico per la nostra salute e dieta. Come anche altri generi di frutta secca, sono particolarmente ricche non solo di un ottimo quantitativo calorico, ma di sostanze come il magnesio, vitamine e minerali, elementi fondamentali per il benessere e la salute del nostro organismo.

Innanzitutto, la presenza di fibre e proteine vegetali garantiscono il mantenimento in buona salute del nostro intestino, mentre invece un ruolo fondamentale è svolto dal magnesio, il quale agisce a beneficio di differenti funzioni; è un elemento importante contro lo stress, la fatica, agendo quindi in maniera efficace sulla pressione nervosa. il magnesio presente nelle mandorle permette di abbassare notevolmente la pressione sanguigna e arteriosa. In questo modo, si riduce favorevolmente il rischio di infarto, ictus e insufficienza renale. Inoltre, il magnesio è un elemento fondamentale per le persone affette da diabete; riesce ad equilibrare i livelli di glucosio nel sangue oltre che ad essere d’aiuto all’utilizzo di insulina.

Un consumo equilibrato e non eccessivo di mandorle favorisce anche il benessere delle nostre cellule e della pelle; la presenza di antiossidanti protegge per l’appunto le cellule dal danno ossidativo. Inoltre, si rivelano essere un’ottima soluzione per le proprie diete dimagranti, oltre alla capacità di ridurre il senso di fame. Le mandorle presentano un basso livello di carboidrati a vantaggio di proteine e fibre, questo fa sì che aumenti il senso di sazietà successivamente al loro consumo. Inoltre, ai fini di una buona dieta, alcuni studi dimostrano che le mandorle possano incrementare notevolmente l’efficacia del metabolismo.


Proprietà delle mandorle contro il colesterolo e per la salute del cuore

Consumare un buon quantitativo di mandorle al mattino, come anche in altri momenti della giornata, può essere un aiuto importante contro il colesterolo e a beneficio della salute cardiaca. Permettono di abbassare il livello di colesterolo cattivo presente nel sangue grazie a due acidi, oleico e palmitoleico, a vantaggio di un aumento discreto del colesterolo buono. La vitamina E invece, aiuta a prevenire e diminuire il rischio di infarto, mentre grazie ai grassi insaturi è possibile proteggere e salvaguardare la salute del nostro cuore.

È importante sottolineare quanto il consumo di mandorle possa essere di grande aiuto anche per l’anemia e per le ossa. La presenza di calcio infatti, le rende un alimento ottimo per le persone affette da osteoporosi, mentre il quantitativo di ferro presente al loro interno può essere efficace in caso di anemia sideropenica.

Quantitativo e controindicazioni

È assolutamente necessario specificare che, come qualsiasi tipo di pasto che apporta benefici, anche le mandorle vanno mangiate in maniera moderata. È infatti controproducente consumarle in quantità smisurate e senza un vero equilibrio di base, bisogna quindi cercare ad esempio di accostarle ad altri cibi o fare attenzione quotidianamente alla quantità necessaria. In tal senso, la quantità consigliata è di 15-20 mandorle, pari a circa 35 grammi. È altrettanto importante chiarire che, seppur siano un elemento nutrizionale importante nella dieta di una persona affetta da diabete, un consumo disomogeneo ed eccessivo è comunque fortemente sconsigliato, sopratutto per persone in sovrappeso. Attenzione anche alla presenza dell’arginina, una sostanza che stimola lo sviluppo e l’attività dell’herpes nel caso in cui fosse presente nel nostro organismo. Inoltre, è fortemente consigliato di evitare le mandorle amare; se consumate crude, possono essere realmente dannose per l’organismo e la salute. Esse infatti hanno un glucoside, la Amigdalina, che può essere seriamente un pericolo per la salute. Un elevato consumo di mandorle amare può infatti rivelarsi fatale, risalutando velenose per il nostro organismo. Ovviamente bisogna prestare molta attenzione a eventuali intolleranze e allergie, la frutta secca è uno degli alimenti più comuni fra le allergie.

Semi di chia proprietà e benefici

I semi di chia sono da tempo utilizzati in cucina in quanto costituiscono un’importante base alimentare. Sono ricchi di proprietà e apportano benefici indispensabili per l’organismo e non solo.

Proprietà e nutrienti dei semi di chia

I semi di chia sono considerati dei superfood perché contengono un cospicua quantità di proprietà e nutrienti definiti dei veri toccasana per la salute di tutti. A prima vista sembra quasi impossibile che questi piccoli semi dal colore nero provenienti dal centro e sud America siano così importanti nell’alimentazione.

Una delle più eccellenti proprietà che contengono sono i minerali come il calcio, il ferro, il potassio e il selenio. Questi sono solo quelli più importanti perché a questa lista si aggiungono anche lo zinco, il magnesio e il boro. Prosperano anche di grassi saturi come Omega 3 e Omega 6, i cosiddetti grassi essenziali, ossia quelli che non devono mai mancare nell’alimentazione perché l’organismo non è in grado di ridurli. Tra le numerose proprietà non mancano le vitamine e la principale è la C seguita dalla A, B6, B12 ed E.

Inoltre, contengono un’elevata quantità di antiossidanti naturali e amminoacidi che contribuiscono alla formazione di diverse e indispensabili proteine come la lisina e cisteina.

Benefici dei semi di chia

I semi di chia sono dei veri e propri portatori di energia all’organismo ecco perché è importante integrarli nella colazione. Sono ricchi di fibre insolubili ossia quelle fibre che tengono sotto controllo la salute del diabete e del colon. Inoltre, hanno un alto potere saziante infatti, degli studi hanno confermato che all’interno dell’organismo lavorano come delle spugne ossia, aumentano il volume del cibo ingerito lungo il tratto digestivo apportando una piacevole sensazione di sazietà e di conseguenza poca assunzione di calorie.

Come già accennato sopra sono molto ricchi di Omega 3 e Omega 6 che nell’alimentazione sono definiti i grassi buoni perché oltre ad essere degli antinfiammatori naturali che tengono sotto controllo l’ipotiroidismo, sono anche molto indispensabili per mantenere giovani le cellule del cervello. L’assunzione di questi grassi riduce anche il rischio di contrarre tumori e malattie cardiovascolari. La presenza di diversi sali minerali costituiscono una fonte inesauribile di benefici infatti il calcio rafforza ossa, muscoli e nervi, il fosforo rende più forte la struttura dei denti, rafforza cellule, ossa e sistema immunitario, il magnesio tiene sotto controllo le contrazioni muscolari e il sistema nervoso e il selenio che grazie alla presenza della vitamina E riduce i danni che provocano i radicali liberi. Uno studio recente ha confermato che assumere nell’alimentazione semi di chia in maniera costante riduce i livelli di zucchero nel sangue quindi di conseguenza migliorano quelli della glicemia, inoltre diminuisce il rischio di malattie cardiache e addirittura di infarto in quanto regolano la pressione sanguigna.

Per chi desidera avere dei capelli forti e splendenti questi semini sono degli integratori naturali eccellenti perché rendono potente il sistema immunitario che rallenta la caduta dei capelli. Per non farsi mancare nulla si può preparare una ricetta facile da applicare sui capelli lavati. Si mette una discreta quantità di semi nell’acqua bollente per mezz’ora. Filtrare il liquido in un vaporizzatore e spruzzare sui capelli. La consistenza sarà quella di un gel che agirà sul cuoio capelluto come un rinforzante naturale.

Informazioni utili sui semi di chia

I semi di chia si possono assumere in diversi modi e il fabbisogno giornaliero si aggira intorno ai 5-6 grammi. Crudi possono essere aggiunti ad uno yogurt, insalata, macedonia o succo di frutta. Possono essere inseriti anche in ricette come pane, torte salate, dolci come i famosi muffin ai semi di chia ed anche nelle famose ricette vegane come le polpette di lenticchie e ceci. E per chi è celiaco è importante che sappia che sono privi di glutine quindi non apportano nessuna intolleranza. Sono disponibili in diversi supermercati ma per reperirli più facilmente è meglio recarsi in quelli specializzati in prodotti biologici.

Ricette Dolci con Alga Spirulina: 3 idee da provare

L’Alga Spirulina è entrata da tempo a far parte dei sistemi integrativi alimentari utili a ripristinare qui equilibri vitaminici e minerali di persone soggette a particolari regimi alimentari per ragioni sportive, mediche o del tutto personali.

Quindi siamo abituati a vedere questa alga , anche detta superfood, più come una capsula che come un alimento. Ma, l’Alga Spirulina, può anche essere consumata in maniera naturale e quindi è possibile integrarla nella nostra dieta inserendola come un qualunque altro ingrediente all’interno di una pietanza.

In che modo dunque possiamo usarla in cucina per la preparazione di ricette dolci?


L’Alga Spirulina non ha un sapore invasivo mentre il suo colore verde intenso contagia qualunque altro alimento con la quale entra in contatto, per questa ragione, oltre ovviamente ai suoi preziosi nutrienti, può essere usata per ottenere delle varianti creative dei classici della pasticceria internazionale.

Di seguito proponiamo tre idee originali su come usare questo super alimento per la preparazione di gustosi dessert.

Cheese cake con alga spirulina



La chees cake è una torta che viene proposta in moltissime varianti, ma certamente il formaggio è l’ingrediente che la caratterizza, sia nella consistenza che nel sapore.

Un buon modo di integrare l’Alga Spirulina (in polvere) nella ricetta della torta al formaggio, qualunque sia la versione che preferite preparare, è quello di inglobarla nel composto a base della cake.

Il risultato sarà quello di caratterizzare il colore della torta, che non sarà più tendente al bianco panna, ma di un verde intenso e brillante. Inoltre sarà arricchita di preziosi nutrienti propri dell’Alga Spirulina.


Crostata di ricotta con Alga Spirulina



Un altro dolce nel quale è possibile integrare l’Alga Spirulina in maniera che la sua presenza sia caratterizzante per il dolce anche dal punto estetico e non solo nutrizionale è la crostata di ricotta fresca.

Questa torta rustica prevede l’uso della pasta frolla per la base e di un composto di ripieno che viene fatto con la ricotta fresca dolcificata con zucchero o miele e arricchita con uvetta passa e a piacimento della frutta secca.

Anche per questa ricetta andremo a inserire l’Alga Spirulina in polvere al momento di amalgamare la ricotta con gli altri ingredienti e noteremo che la ricotta si colorerà immediatamente di un intenso colore verde che si imbrunirà nella parte superiore in cottura. Colore che però verrà mantenuto all’interno e quindi visibile al taglio.

Una bella sorpresa per chi avrà la fortuna di assaggiare questo dolce così particolare e certamente buonissimo.

Bignè con Alga Spirulina



bignè all’Alga Spirulina si ispirano a famosi bignè al pistacchio.

La preparazione è molto semplice. Consigliamo di usare per il ripieno dei bignè una crema di base bianca, come una panna o una pasticciera. Procedere ad inserire nel composto l’Alga Spirulina in polvere e amalgamare in maniera molto dolce per evitare di smontare le creme sino a omogeneizzare il tutto per poi inserirlo nella sacca del bignè.

Un altro utilizzo possibile sempre con i bignè è quello di usare l’Alga Spirulina per ottenere una glassa verde con la quale rifinire questi golosissimi dolci. Sarà sufficiente mischiare una piccola quantità di questo superfood con acqua, zucchero a velo e amido e la glassa è pronta.

La colazione italiana è davvero la migliore possibile?

Diciamoci la verità, quante volte si è detto o ascoltato che la colazione all’italiana sia la migliore di tutte?
D’altra parte, partendo dal presupposto che la nostra cucina sia la migliore al mondo, viene spontaneo pensare che, anche un pasto importante come la colazione, in termini qualitativi/nutrizionali, sia migliore rispetto a quello di altri paesi. O almeno è quello che ci hanno sempre detto riviste di settore, giornali e nutrizionisti. Da anni però si è man mano  molto riconsiderata la nostra cara colazione all’italiana.

Infatti alcuni bar (seppur una ristretta minoranza) o strutture ricettive come alberghi o beb,  stanno cominciando ad offrire forme di colazione all’italiana in versioni decisamente più salutari e con un rapporto di nutrienti più salutare ed ottimizzato. Come il caso di bbalcentrostorico, che offre per la sua colazione alternative vegetariane/vegane ed include anche la frutta, elemento essenziale grazie all’apporto delle vitamine.

Che tipo di colazione?

Innanzitutto, per rispondere alla domanda, è necessario precisare che la colazione all’italiana viene declinata essenzialmente in due forme diverse: quella consumata a casa di primo mattino e quella consumata al bar (normalmente qualche ora dopo esserci alzati).

La colazione all’italiana a casa

Nel primo caso, ovvero la colazione consumata a casa, prevede normalmente, un caffè, un bicchiere di latte o uno yogur in alternativa e normalmente tutto accompagnato da due o tre fette biscottate con marmellata o nutella, oppure biscotti.
In effetti ci sembra un pasto piuttosto leggero, dopo tra l’altro aver passato una notte senza chiaramente aver mangiato nulla. 

A ben vedere però, in un pasto così importante che ci dovrebbe fornire le energie principali per svolgere la parte più intensa della giornata, ci appare un po’ carente.
Infatti i nutrizionisti concordano che una colazione del genere va ad escludere le vitamine (totalmente assenti)e  ad apportare una quantità di proteine troppo modesta. Ma peggio ancora,  va ad apportare una quantità troppo elevata di sostanze come lo zucchero e i grassi.

La colazione all’italiana al bar

Questa è la colazione all’italiana per antonomasia. Infatti la colazione al bar con cappuccino e cornetto è in italia davvero una pratica diffusa e consolidata.

Un primo errore di questa colazione è relativa al fattore temporale; infatti da alcuni italiani viene consumata a metà mattinata. Questo fa si che per metà mattinata il nostro organismo viene privato di nutrienti fondamentali e dall’altro lato, da metà mattinata in poi, il nostro organismo viene eccessivamente appesantito per il pranzo.

Parlando invece della qualità nutrizionale del classico “Cappuccino e Cornetto” c’è molto da dire.
Premettendo che una colazione così ancora una volta esclude totalmente preziosi nutrienti come le vitamine e offre una quantità abbastanza modesta di proteine, le criticità si concentrano ancor di più sul Cornetto e in particolare dalle sostanze con cui è composto.

Infatti i  cornetti consumati al bar, come viene riportato anche da report ,sono sostanzialmente formati dal 92% da grassi come la margarina, olio di palma e sciroppo di glucosio. Tutto ciò rappresenta un serio rischio nel lungo termine per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e malattie come la sindrome metabolica.

CONCLUSIONI

Dunque è possibile ancora affermare che la colazione all’italiana sia quella migliore? Quelle che consumiamo normalmente sicuramente no.


Ovvio che, se gli alimenti della prima colazione come i cornetti, sarebbero costituiti da ingredienti sani e naturali, rispettando le originali ricette ( il cornetto infatti deve essere costituito maggiormente da farina e in secondo luogo burro e solo una piccola percentuale di zucchero e senza oli o grassi vegetali) e, associandoli ad una buona dose di frutta e di proteine come le uova, in questa versione probabilmente si, la colazione italiana sarebbe la migliore possibile.

Fave di Cacao: proprietà e caratteristiche

Hai mai sentito parlare di fave di cacao? Questo tipo di fava è un seme dell’albero del cacao. Magari non ne hai mai vista ancora una nella tua vita, ma certamente da ora in poi, ogni volta che mangerai una tavoletta di cioccolato, ti ricorderai che puoi gustarla grazie alle fave di cacao, perché è l’ingrediente base.

Il continente di origine delle fave di cacao è il Sud America, dove il Theobroma cacao, può crescere e fiorire nel migliore dei modi grazie al microclima tipico di quella zona del mondo

Rispondiamo ora ad alcune domande che molti si fanno su questo frutto.

Proprietà nutrizionali delle Fave di cacao

Quando mangi qualcosa a base di cacao, se non esageri ovviamente, stai facendo del bene alla tua salute perché queste fave contengono molte proprietà benefiche. Eccone alcune:

  • vitamine
  • sali minerali
  • antiossidanti
  • flavonoidi
  • polifenoli

L’insieme di queste sostanze nutrizionali permettono al nostro corpo di funzionare bene e di proteggersi da diverse patologie.

Benefici delle fave di cacao

Questo frutto ad esempio è in grado di contrastare l’invecchiamento delle cellule e agisce anche come antitumorale.

Secondo alcune ricerche e studi è accertato anche che previene l’artrite. La fava di cacao inoltre abbassa il colesterolo LDL, ossia quello che non fa bene alla salute e di conseguenza aiuta nella lotta alle malattie cardiocircolatorie.

Il fatto che contenga il magnesio le rende un prezioso alleato per rinforzare il cuore e per regolarizzare la pressione.

Inoltre le fave di cacao sono considerate un antidepressivo naturale. Non ti senti meglio dopo aver mangiato della cioccolata o aver bevuto una bevanda al cacao?

Questo è dovuto al fatto che il cacao è ricco feniletilammina, dopamina, serotonina e queste sono fondamentali per la produzione di endorfine. L’endorfina ci aiuta a combattere stati depressivi e quei stati d’animo che tendono alla negatività, ecco perché assumerne un po’ regolarmente influisce positivamente su cervello e umore.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, le fave di cacao fanno anche dimagrire perché contengono gli I-MAO, ossia sostanze in grado di creare un senso di sazietà.

Infine, grazie ai sali minerali come il magnesio, potassio e calcio, il corpo produce più energia e questo è il motivo per cui sportivi spesso consumano integratori a base di cacao.

Caffè o cacao? Entrambi! Le fave di cacao contengono una piccola quantità di caffeina (che non nuoce) e contribuisce a far funzionare alla grande anche il nostro sistema nervoso. Quando hai sonno durante il giorno o hai bisogno di concentrazione, un po’ di cioccolata è quello che ci vuole per risvegliarti. Ma come vanno consumate?

Si possono consumare fave di cacao crude e se si quante al giorno?

Flessibilità è un aggettivo che si addice bene alla fava di cacao. Puoi consumarle crude o tostate per poi mangiarle ed ottenere la polvere di cacao.

Se decidi di tostarle dovrai impostare il forno tra i 99°C e i 104°C e lasciarle tostare per almeno 70 minuti o più. Molti le usano a colazione per dare energia al corpo in prima mattinata. Altri le usano nel pomeriggio ridare un po’ di tono dopo la fatica della mattina e del post pranzo.

Se sei a dieta costituiscono anche un’ottima merenda per spezzare la fame e conservare un senso di sazietà fino al pranzo o alla cena. La dose consigliata, anche se non sono molto caloriche, è di 5 fave di cacao al giorno.