Saccottino del Mulino Bianco: dalla Francia all’Italia (e ritorno)

Francia, Parigi, baguette, champagne e croissant. E con questo la conoscenza del francese dell’Italiano medio è praticamente esaurita. Ci sono però milioni di italiani che ogni anno prendono un aereo e volano in Francia, per coronare almeno una volta nella vita il sogno di guardare una Tour Eiffel che non compaia striminzita in una foto di Instagram.

 

E naturalmente è peccato mortale per un certo tipo di turismo arrivare a Parigi, mettere un paio di filtri sulla Tour Eiffel e almeno uno su L’Arc De Triomphe e non fare nemmeno una fotografia a baguette, champagne, croissant e a tutto il burroso arsenale della pasticceria francese. E la nostra storia comincia proprio qui, tra un croissant e un latte caldo, con il pain au chocolat.

Pain Au Chocolat ovvero, il Saccottino

Al principio non ci si pensa. E’ ora di colazione, si ha una gran fame e davanti ai nostri occhi è allineato un numero imprecisato di paste dal nome vagamente impronunciabile tra cui è necessario scegliere. Quale viene meglio in foto? Il croissant è così scontato! Proviamo con quel rotolo di pasta sfoglia dalle piccole striature scure. E’ gonfio, un po’ sbilenco, sa di burro ma promette un cuore di cioccolato fondente capace di tentare chiunque ami il contrasto pungente dell’amaro con la dolcezza voluttuosa e tiepida del burro.

 

E’ fatta: pain au chocolat con latte tiepido.

Quando il cameriere arriva al tavolino, è un momento sacro, come dice qualcuno: bisogna osservare il rito che sancisce l’appartenenza alla nuova comunità dei viaggiatori, coloro che prima di mangiare fotografano il cibo del paese in cui si trovano per dire “ecco, guardate, sono davvero a Parigi!”

 

Trovata l’angolazione e la luce perfetta, scattata la foto e lanciata nell’etere, finalmente arriva il momento di mettere via il telefono e godersi finalmente il primo morso di una colazione meritatissima, nella speranza che nel frattempo il latte non si sia freddato.

 

Ed è lì che avviene il miracolo: ore di attese, check in e aereo per arrivare appena sotto la Tour Eiffel vengono annullate in un solo morso che fa tornare bambini e fa tornare in Italia in un istante. C’è qualcosa di terribilmente differente trent’anni fa (anche qualcuno di più) ma che torna, preciso e chiaro come sanno essere solo i ricordi d’infanzia, quando si morde il pain au chocolat e ci si beve sopra un sorso di latte tiepido. Il Saccottino!

La colazione con il Saccottino

La consistenza non era esattamente come quella del pain au chocolat: il Saccottino del Mulino Bianco era più morbido, più disposto a lasciarsi inzuppare nel latte, più facile da addentare senza fare briciole, buonissimo. I ragazzini si dividevano in due tifoserie: i fedelissimi della marmellata all’albicocca non amavano particolarmente il gusto un po’ intenso della crema al cioccolato, mentre i fanatici del cioccolato si sentivano un po’ adulti a preferire qualcosa che fosse meno dolce della marmellata.

 

Anche nello zainetto, quando se ne rubava uno dalla scatola per portarlo a scuola e mangiarlo nell’intervallo, il Saccottino dava il meglio di sé: nessuna briciola, nessun cedimento, nessuna crema impiastricciata un po’ dovunque. Emergeva tra quaderni e astucci con il piglio del vincitore: forse un po’ ammaccato ma morbido e buono esattamente come alla mattina.

Le vecchie pubblicità Mulino Bianco

Da lì a tornare con la memoria alle storie del Piccolo Mugnaio Bianco è un attimo: le pubblicità a cartoni animati che avevano come protagonista questo testardo omino con il naso a patata e una campanella attaccata al cappello da chef, hanno fatto la storia di un certo periodo della televisione, quello in cui Carosello era passato da un pezzo ma ancora c’era l’impegno di raccontare piccole storie che erano opere d’arte. La Barilla è stata assolutamente geniale in questo, diventando un punto di riferimento per una certa narrazione commerciale.

 

Trovare sulla rete quelle vecchie pubblicità ormai è semplicissimo: mantengono inalterato, almeno per chi le guardava con gli occhi di un bambino, tutto il fascino tranquillizzante e poetico di brevissime favole. Con il senno di poi le avventure del Piccolo Mugnaio, costantemente e inutilmente impegnato a farsi notare dalla bella e bionda Clementina, sono state profetiche: quante volte nella vita da adulti i bambini che guardavano le vecchie pubblicità si sono ritrovati a dare caparbiamente il meglio di sé pur di essere notati dalla persona per cui avevano una cotta?

 

Siamo stati tutti un po’ Mugnaio Bianco almeno una volta nella vita, e mentre il ricordo scoppia come una bolla e anche il pan au chocolat è irrimediabilmente finito, non rimane che prendere nota mentalmente di comprare una confezione di Saccottini non appena tornati a casa, giusto per ricordare che ci sono alcune cose buone e per fortuna – almeno quelle – non cambiano mai.

Macchine per il caffè espresso, quali sono gli elementi per scegliere bene?

Scegliere il giusto modello e marca di macchine del caffè espresso è un procedimento decisionale affatto banale.

On Line ci sono moltissimi siti che ci permettono di accelerare il processo di acquisto, dandoci in comparazione tantissimi dettagli ben organizzati utili per fare la nostra scelta in maniera comoda ovunque vogliamo. Le recensioni sono fondamentali in questo senso. Tra i tanti siti che offrono questo servizio vogliamo ricordare Caffè Sul Web.

 

In questo articolo andiamo ad approfondire le differenze tra le diverse tipologie di macchine del caffè, come quelle a caffè macinato, automatiche, e macchine a capsule.

 

Le differenze di prezzo tra i vari tipi di macchina del caffè espresso, che vanno da 30 ad anche di diverse migliaia di euro, a seconda della nostra necessità e disponibilità economica, una macchina farà più al nostro caso rispetto ad un’altra.

 

Macchine espresso con caffè macinato

 

Nel caso volessimo utilizzare caffè macinato, le macchine del caffè tradizionali sono quelle più adatte.

 

sono più economiche rispetto alle automatiche, ma hanno una maggiore versatilità rispetto a quelle a capsule perchè non vincolano la scelta di un marchio di caffè rispetto ad un altro, rispettando completamente il nostro personale gusto.

 

Anche il costo del caffè macinato rispetto alle capsule risulta più ridotto, così come la regolazione della quantità di caffè da destinare, in modo di dare un gusto più o meno forte alla bevanda risultante, in modo di avere il risultato desiderato a costi più contenuti.

 

 

Macchine del caffè automatiche

 

La macchina del caffè automatico permette di macinare i chicchi di caffè al momento dell’uso, contenendo nativamente un macinacaffè.

 

Questo significa avere come risultato il caffè più fresco possibile.

 

La caratteristica di macinare il caffè in grani, ci permette la comodità di scegliere veramente il caffè che vogliamo. Senza limitazioni alcune.

 

Le macchine del caffè automatico risultano essere quelle con caratteristiche tecnologiche più complesse, che elevano il prezzo finale del prodotto, ed in genere sono le macchine che costano di più.

 

 

Macchina del caffè a capsule o cialde

 

Tra le varie tipologie di macchina del caffè, il metodo più pratico e veloce di avere un caffè buono e fragrante è affidarsi alle macchine a cialde o capsule, come ad esempio Nespresso e Lavazza, ma anche molti altri.

 

Questa tipologia di macchine espresso permettono una praticità oltre ogni limite, e sono molto convenienti sia come costi di gestione che come pulizia stessa.

 

Inoltre mantengono una freschezza nel tempo del caffè grazie proprio alle capsule e cialde, anche se non se ne fa un uso serrato.

 

L’unico limite, se di limite si può parlare, è quello in cui la macchina è legata al marchio e alla tipologia di capsule alla quale è compatibile, ma negli ultimi tempi c’è una trasversalità in questo senso, dove moltissime marche si sono adeguate producendo cialde e capsule adatte ad ogni tipo di macchina in commercio.

 

 

Costo del caffè a seconda della macchina espresso scelta

 

I costi del caffè variano a seconda del tipo di macchina, in genere le macchine a cialde/capsule sono le più costose per unità di caffè, mentre le macchine espresso che permettono di utilizzare il caffè macinato hanno costi per dose decisamente più contenuti. Il caffè del bar risulta ovviamente più caro.

 

 

Come scegliere la macchina del caffè?

 

Diverse sono le caratteristiche da valutare per scegliere al meglio la macchina del caffè che fa al caso nostro. Una buona capacità del serbatoio, che sia consona alla quantità di caffè consumata giornalmente da noi, è importante per evitare di riempire continuamente un serbatoio piccolo che termina la quantità d’acqua in maniera frequente. Le macchine del caffè che permettono  di erogare due caffè alla volta sono pratiche ma statisticamente non erogano quantità pari di caffè tra le due tazzine, quindi questo aspetto è da considerare un difetto.

 

Le marche di macchine del caffè espresso sono moltissime, molte note, come Lavazza, DeLonghi, Gaggia ecc. ma l’offerta è molto ampia anche a livello di marche della grande distribuzione organizzata. I colori disponibili in commercio sono talmente tanti, e gli stili anche in modo di soddisfare ogni tipo di gusto personale in merito alla scelta particolare che ne vogliamo fare. Le macchine del caffè espresso ad uso domestico sono quanto di più semplice possibile rispetto alle macchine professionali da bar, mantenendo una qualità di erogazione comunque elevata ai livelli assoluti paragonabilissimi rispetto ad un caffè preso in un bar.

Anche l’aspetto velocità di erogazione è importante, soprattutto per la fretta di oggi nel fare tutte le cose che ci impegnano, più veloce è meglio è in questo senso.

 

Il caffè di cicoria come alternativa al Decaffeinato

Il caffè di cicoria è considerato un’ottima alternativa al caffè classico e decaffeinato, infatti ha molte proprietà salutari per il corpo e un gusto molto gradevole.

Voglio farvi conoscere questa bevanda.

La cicoria è una pianta spontanea comune in molte zone d’Italia ed è conosciuta con il nome di Chicorium intybus della famiglia delle Asteraceae. Conosciuta sin dai tempi antichi è un erba di campo che viene raccolta per le sue proprietà curative e alimentari, molto utile per stimolare per esempio per  la digestione, è utilizzato per la sua capacità di regolare la funzionalità intestinale.

Le sue foglie formano un cestino  all’inizio della primavera che viene raccolto alla base per essere cucinato un po come si cucinano gli spinaci;ha un sapore amaro, le foglie sono ottime per ripieni di torte rustiche o al naturale cioè bollite in acqua e condite con sale, succo di limone e un filo d’olio di oliva.

E’ una verdura tipica della tradizione contadina ed è una delle erbe più comuni per le misticanze di campo.

In  primavera inoltrata la pianta si sviluppa in altezza tanto da superare anche il metro e mezzo, ed è qui che  si forma uno stelo centrale che porta infiorescenze dal colore indaco azzurro. Proprio da questi fiori viene  preparato il rimedio Cicory dei fiori di Bach.

La pianta della  cicoria è formata da una radice a fittone lunga e affusolata che è la parte utilizzata per  preparare il  caffè di cicoria.

 

Il caffè di cicoria

La radice della cicoria viene raccolta in autunno,viene ripulita, essiccata e preparata in polvere con lo scopo di essere trasformata in una bevanda simile al caffè. Infatti, la radice ha un sapore molto amaro e con l’essiccazione e se viene fatta una leggera tostatura prende un sapore molto simile al caffè. La polvere ottenuta viene  fatta bollire per qualche minuto e filtrata, come un comune decotto

Il caffè di cicoria è stata una bevanda che è stata molto utilizzata soprattutto nei momenti di scarsa economia, durante la guerra quando il caffè era introvabile ed estremamente costoso, inoltre era utilizzata quando  ancora il caffè non era stato importato nel nostro paese. Sicuramente qualche anziano può ricordare il profumo di tostatura delle radici di cicoria e il bollitore sul fuoco quando si preparava questa bevanda calda che sostituiva il caffè.

Con il  tempo questa bevanda sta ritornando alla gloria grazie al suo buon  gusto e ai suoi benefici  sul corpo.

Il caffè di cicoria è’ amaro come il caffè classico, ma non contiene caffeina ed aiuta a depurare l’organismo, grazie la ricchezza di nutrienti e sostanze benefiche quali: polifenoli, sostanze amare, acidi organici, inulina (fibre solubile), vitamina C, P e K e sali minerali quali sodio, potassio, magnesio, calcio, ferro, rame e fosforo. Tutto questo dona al caffè di cicoria svariate proprietà, quali:

Digestiva: stimola la secrezione gastrica, quindi è indicata subito dopo i pasti per migliorare la digestione, in particolare aiuta i pasti a base  di carne e pesce (dato il bisogno di un acidità gastrica superiore per essere ben digerite).

Depurativa: la cicoria è stata  considerata una pianta “amica del fegato”. Merito alle sostanze amare contenute nella radice, che svolgono un’azione stimolante e disintossicante del fegato, rallentano  lo stress ossidativo e riducono eventuali danni epatici.

Nutre e migliora la flora batterica: la radice di cicoria contenendo inulina, una fibra solubile che nutre e migliora la flora batterica intestinale, con il ruolo è fondamentale di contrastare i possibili attacchi di virus, batteri e funghi patogeni.

Lassativa: stimola la secrezione di bile e ne favorisce l’afflusso dalla cistifellea verso l’intestino, migliorando evidentemente il transito intestinale. Anche le fibre (inulina) contribuiscono al transito delle feci, aiutando quindi a migliorare casi di stitichezza.

Anti-diabetico: sempre l’inulina, questa  fibra solubile contenuta nella radice di cicoria, ha un’azione regolatrice della glicemia (il valore di glucosio nel sangue). Per questo motivo il caffè di cicoria risulta essere la bevanda ideale anche per le persone che soffrono di diabete e di iperglicemia.

Antiossidante: la radice di cicoria è ricca di polifenoli, sostanze con azione antiossidante. Contrastano i radicali liberi con un ottimo effetto anti invecchiamento.

Il caffè di cicoria ha anche qualche controindicazione, ed è importante conoscerle:

Il caffè di cicoria, così come la stessa cicoria, andrebbero evitati in gravidanza, dato che può stimolare le contrazioni uterine.

Il caffè di cicoria se si hanno problemi quali gastrite, o ulcera peptica, va bevuto in forma “non concentrata”, facendolo bollire per poco tempo.

Come preparare il caffè di cicoria

La cosa migliore è preparare il caffè di cicoria facendo il decotto, cioè in un pentolino si versa dell’acqua e la cicoria tostata, accendendo il fuoco (a fiamma bassa) e attendo l’ebollizione. A questo punto la cottura deve proseguire per  2-3 minuti, dopo di ché si spegne la fiamma e si filtra bene con un colino. Il caffè di cicoria è ottimo bevuto caldo, sia al mattino per fare colazione,o subito dopo i pasti, per sfruttare anche l’azione digestiva. Più la bevanda è calda, maggiore sarà l’effetto benefico e digestivo.

E’ possibile inoltre preparare il caffè di cicoria con la moka, basta riempire a metà il filtro della caffettiera con la polvere di caffè di cicoria e ottenere lo stesso effetto del comune caffè. Però per sfruttare tutte le proprietà salutari del caffè di cicoria, darebbe meglio il decotto, come spiegato prima.

Se pensi che il caffè di cicoria sia troppo amaro, puoi dolcificarlo con del miele, o con altri dolcificanti naturali come lo sciroppo d’acero o il succo d’agave. Va bene anche il comune zucchero di barbabietola, senza esagerare.

 

 

Miele o zucchero a colazione? La scelta è facile, basta che sia eccelso

Quando si parla di prima colazione, in genere non ci facciamo mancare quell’apporto di “dolce” che un po diciamolo, ci regala un morale adatto ad iniziare bene la giornata.
La colazione si sa che viene considerato il pasto più importante della giornata, come non essere d’accordo?

C’è però da considerare che molti modi di fare colazione non si possono proprio definire salutari, ma scegliendo gli ingredienti adeguati si riesce ad avere il gusto, l’energia giusta anche avendo un occhio di riguardo per la nostra salute.

Lo zucchero bianco strausato nei prodotti che accompagnano la nostra colazione, latte, caffè e tè, ma anche dolci che mangiamo regolarmente, è composto principalmente da saccarosio, che in caso di abuso nella nostra dieta, può portare dei danni al nostro organismo.

In questo senso, sostituire lo zucchero con il miele è già un accorgimento importante. Intanto perché è fatto con fruttosio, meno dannoso per l’organismo e dolcificante naturale della frutta che consumiamo ogni giorno. Inoltre ha un valore di glicemia più basso.

C’è anche da sottolineare che il miele ci fornisce un sacco di benefici, fornendo vitamine, minerali e aminoacidi e antiossidanti, contribuendo a combattere i radicali liberi. Storicamente poi viene utilizzato per contrastare raffreddore ed influenza in maniera naturale.

In ultimo, ma aspetto non meno importante, essendo un derivato della digestione delle api permette una migliore assimilazione senza passaggi digestivi ulteriori.

Dopo aver descritto i motivi benefici per cui il miele deve essere scelto come sostituto dello zucchero nella nostra colazione, andiamo ora ad approfondire la conoscenza con una varietà di miele che in Italia ha il valore dell’oro: il Miele delle Api Nere Sicule.

Il Miele delle api nere di Sicilia è molto raro perché è molto difficile da produrre.

Viene prodotto ad inizio primavera, e in provincia di Caltanissetta e Agrigento se ne ottiene una varietà ancora più rara e delicata utilizzata nei prodotti di alta pasticceria.

Il miele d’ape nera sicula è un’eccellenza del territorio siciliano. Ricco di polifenoli e antiossidanti, e caratterizzato da un gusto che diventa leggermente amaro e sa di antico.

Si produce per estrazione a freddo, non alterando il suo stato quindi e mantenendo il sapore che lo contraddistingue senza variare.

Oltre alle caratteristiche del miele, non trascuriamo la varietà di ape che lo produce: l’ape nera siciliana.

La caratteristica del carattere calmo, che permette una raccolta del miele a mani nude, e la resistenza ai climi rigidi, permette al miele che viene raccolto di avere questi aspetti di unicità difficilmente ripetibili in altre varietà.

Non sono molti anche online i distributori di miele di ape nera siciliana o di prodotti che utilizzano tale miele come ingrediente principe, tra i diversi shop che si trovano possiamo annoverare TipicoSiciliano, che oltre al prezioso miele offre una gamma di prodotti tipici della tradizione dolciaria della Trinacria.

E voi, siete più legati alle varietà di zucchero, oppure amate il miele, decantato in tutte le sue declinazioni, benefiche, energetiche e di gusto?

Una risposta pensiamo di averla, quindi diciamo: Miele, purché sia eccelso però.

Maritozzo con la panna: La Tradizione della Colazione a Roma

maritozzo con la panna

Il maritozzo con la panna è la pasta della colazione Romana per eccellenza: parliamo di un sofficissimo panino di pasta brioche ripieno di panna montata. Con questo articolo voglio raccontarvi dove arriva la tradizione, dove mangiarlo a Roma e come prepararlo a casa

Il maritozzo con la panna e Roma

A Roma non è considerato un banale dolce con cui fare colazione ma una vera istituzione: il maritozzo con la panna è quella specialità che trovi  nelle  gran parte delle vetrine di pasticcerie e dei migliori bar della Capitale. Se siete romani o vi capita di passare per la Città Eterna non potete  non assaggiare  uno dei riti più golosi, soffici e ricchi che Roma offre: la colazione con maritozzo alla panna e cappuccino.

Come è fatto il maritozzo

Il maritozzo è un dolce panino lievitato, soffice, a volte aromatizzato all’arancia o arricchito con uvetta, e riempito fino a fuoriuscire di panna montata freschissima. Questo fragrante dolce tipico della cucina laziale può essere mangiato nei bar più popolari, fino alla periferia, già dall’alba fino   a notte inoltrata come premio di una serata di festa.
Il panino è di solito in pasta brioche ed è aperto in due, riempito con panna rigorosamente  freschissima, ben montata, non zuccherata e davvero abbondante: magiare un bel maritozzo vuol dire sporcarsi il naso di panna, quindi se avete paura di sporcarvi, non fa per voi.

La storia del maritozzo

Photo Credits https://www.thinkdonna.it/

Sembra che il maritozzo abbia una storia antichissima risalente già ai tempi dei romani,  quando era già consuetudine preparare panini arricchiti da uvette, con un impasto a base di farina, uova, burro e miele. Questo quindi sarebbe stato l’antenato della pasta brioche del maritozzo.

Il maritozzo nasce come una preparazione del popolo, tanto che sembra fosse il cibo dei braccianti.Addirittura nel rigidissimo  Medioevo il maritozzo diventa uno dei  pochi strappi alla regola possibili in Quaresima, tempo di digiuni e austerità. Tanto da assumere la denominazione di “santo maritozzo”.

Maritozzo: perché un nome tanto particolare ?
Sembra che nell’800 fosse un dono del fidanzato alla futura sposa, ripieno  di panna, ma anche di anello per la promessa; il fidanzato così passava dall’essere impegnato all’essere maritozzo, appunto.

Tanto amato questo dolce tipico da dedicargli delle poesie, a partire da Giacchino Belli fino ad arrivare a poeri contemporanei:

Me stai de fronte, lucido e ‘mbiancato, la panna te percorre tutto in mezzo, co ‘n sacco de saliva nella gola, te guardo ‘mbambolato e con amore. Me fai salì er colesterolo a mille, lo dice quell’assillo d’er dottore, ma te dirò, mio caro maritozzo, te mozzico, poi pago er giusto prezzo!
(Ignazio Sifone, Ode ar maritozzo, Garbatella, 1964).

Il maritozzo con la panna è amato e adorato ancora oggi tanto da dedicargli il maritozzo day, che si svolge oramai da 2 anni nei primi giorni di dicembre occasione in cui appassionati buongustai potranno fare un giro tra le pasticcerie storiche romane e non solo, per assaggiare creazioni tra classico le ricette più fantasiose. Una vera e propria “maratona del maritozzo”.

Ricetta del Maritozzo

Se invece volete provarlo a fare in casa ecco la ricetta:

  • 15 gr di lievito di birra fresco
  • PannaMontata
    120 gr di latte
    200 gr di farina manitoba
    200 gr di farina 00
    75 gr di zucchero
    80 gr di olio di semi
  • buccia grattugiata di un limone
    Per spennellare e farcire 1 tuorlo e 2 cucchiai di latte
    200 gr di panna fresca da montare
  • zucchero a velo q.b.

Iniziate scaldando un po il latte fino a renderlo tiepido, quindi sciogliete dentro il lievito con lo zucchero.

Mescolate le due farine, creando con queste una fontana sul tavolo, versate nel centro il latte con il lievito e lo zucchero, poi impastate aggiungendo l’olio, l’uovo, la buccia di limone grattugiata e l’aroma di limone.

Ora lavorate il tutto per almeno una decina di minuti, fino ad ottenere un panetto liscio.

Mettete la pasta a lievitare in una ciotola coperta con un canovaccio, possibilmente in un luogo caldo come ad esempio il forno spento con la luce accesa, per circa 90/120 minuti fino al raddoppio del suo volume.

Riprendete ora la pasta che è lievitata, dividetela in una decina di panetti.

Mettete i filoncini in una teglia con carta da forno, coprite con pellicola e mettete in forno spento con luce accesa a lievitare per 1 ora circa.

A questo punto riprendete i filoncini, lasciandoli direttamente nella teglia, spennellateli con il tuorlo ed il latte dopo averlo sbattuto con una forchetta. Infornate a 170° con forno statico per circa 15 minuti.

Toglieteli dal forno e fateli raffreddare e parallelamente montate la panna. Come i maritozzi saranno freddi tagliateli e farciteli con la panna, aggiungete una spolverata di zucchero a velo e i maritozzi saranno pronti per essere serviti.

Video Ricetta di Kitchen Brasita

Le Bombette Pugliesi, street Food Made in Salento

Nell’ultimo articolo abbiamo fatto riferimento al Salento, riferendoci ad un dolcetto della tradizione tipica leccese da consumare a colazione, il pasticciotto, in questo piccolo approfondimento rimaniamo in Salento per parlare di una specialità di punta dello street food salentino: Le Bombette Pugliesi.

Si tratta di un gustoso bocconcino di carne cotto alla brace, denominato bombetta proprio per il sapore esplosivo che trasmette. Un gusto unico, centrale nei giorni di festa, tradizione che da oltre sessant’anni si trasmette nella tradizione culinaria di quest’area della Puglia.

Le bombette sono involtini di carne di maiale ripieni di formaggio, Canestrato puglese o Podolico del Gargano, e conditi con sale e pepe. Come avvolgimento del formaggio in genere viene scelto il capocollo tagliato sottile, ma ci sono anche varianti che prevedono salsiccia, mortadella, pancetta, prosciutto, a seconda di quale gusto si ha.

La cottura fa il suo, perché la brace rende la carne morbida da gustare, trasmettendo l’esplosione di gusto proprio a “bomba”.

Come buon accompagnamento di questo gustoso spuntino, quale vino si avvicina meglio?

Rimanendo in terra salentina potremmo accostare alle bombette un altro simbolo della tradizione della provincia di Lecce: Il Primitivo del Salento. Un vino corposo altamente alcolico adatto a pennello per piatti così ricchi e saporiti.

Due virtuosi del panorama culinario leccese, Bombetta e Primitivo, un matrimonio annunciato. Il primitivo si sposa proprio con tutti i piatti elaborati della tradizione leccese.

Il Primitivo del Salento viene prodotto da vigneti coltivati con gli alberelli tradizionali pugliesi, e da uve selezionate da mastri vinificatori esperti e appassionati.

Un’altro vino che si sposa alla perfezione con le speciali bombette è il Negramaro.

Il Negroamaro ha un intenso colore rosso rubino-granato scuro, con riflessi quasi neri. Il suo profumo è intenso e fruttato, che richiama nettamente frutti piccoli a bacca nera, talvolta con leggeri sentori di tabacco. Il gusto è leggermente amarognolo ma pieno, asciutto e rotondo.

In passato era usuale usare il Negramaro per tagliare altri vini, ma successivamente i produttori salentini hanno cominciato a produrre questa varietà in purezza, ottenendo il successo che tutti conoscono.

Un’altra vasta selezione, oltre al Primitivo per il Negramaro, viene offerta e raccolta da Divinosfuso, che offre la sua gamma di vini in una forma particolare, il bag in box, un contenitore diverso dalla bottiglia di vino tradizionale, che elimina l’ossidazione in quanto il prodotto all’interno non prende aria, e il vino al suo interno risulta sempre pronto all’uso, anche per chi non consuma vino abitualmente ma solo talvolta.

Colazione Pugliese: cosa mangiare in Salento a Colazione

La colazione si sa è il Turbo che ti fa iniziare la giornata, il primo pasto e, per molte filosofie alimentari, il più importante.

In ogni zona dell’Italia c’è una colazione tipica, e anche se nella tradizione italiana che attraversa senza differenze tutta la penisola non si disdegna cornetto e cappuccino, i re della colazione italiana, ci sono realità consolidate localmente che mantengono la loro storicità.

E quando ci si trova in Salento, non si può non fare i conti a merenda e soprattutto a colazione con lo storico pasticciotto leccese.

Il pasticciotto è un dolce di pasta frolla tipico della regione salentina in Puglia, ripieno di crema pasticcera e cotto in forno.

Le sue origini risalgono al sedicesimo secolo, e sembra che sia stato per la prima volta preparato da mastri pasticceri romani.

Realizzato da pasticceri di natura religiosa, il pasticciotto è stato negli anni tramandato fino ad approdare nel Salento, dove all’inizio del novecento è stato venduto e proposto nella forma ovale che si conosce oggi.

Per ottenere la doratura classica, viene spennellato di albume d’uovo prima di essere infornato.

Come da tradizione deve essere consumato caldo, per permettere di gustarne la fragranza e il gusto pieno della crema calda.

La caratteristica del pasticciotto risiede proprio nella provenienza locale degli ingredienti usati per la sua preparazione.

E in Salento il pasticciotto è proprio il prodotto più consumato a colazione.

Alcune varianti del piccolo dolce salentino si hanno nella torta pasticciotto, di forma tonda, che varia ancora nel ripieno quando si parla di Pasticciotto Napoletano, con l’amarena in aggiunta al ripieno di crema classico.

Se si gira nelle pasticcerie salentine si può altresì trovare il pasticciotto con ripieno di marmellata e crema, cacao e crema gianduia, o crema e pezzi di cioccolato.

Del Pasticciotto classico c’è una variante fredda a base di pasta di mandorle e marmellata di mele cotogne, chiamata Fruttone.

Dopo essere nato a roma nel Cinquecento, il pasticciotto è arrivato in Puglia all’inizio del Settecento.

Una leggenda narra della nascita del pasticciotto a Galatina di Lecce nel 1745, creato dal pasticcere Ascalone in maniera improvvisata, perché gli ingredienti non bastavano per realizzare una torta.

Dal 1998 il pasticciotto è realmente stato riconosciuto dalla città di Lecce come dolce tipico e facente parte dei prodotti tipici della città.

NOTE

La base grassa per l’impasto del pasticciotto è strutto, e non si usa margarina o burro, come è proprio della tradizione dell’epoca di nascita dello stesso, perchè prodotto con gli ingredienti che si producevano in casa.

A chi non piace il re del Salento, può trovare in questa zona un’altro esponente che si può definire tipico per la colazione. Il Cornetto leccese, con una caratteristica di ripieno particolare, bigusto crema e cioccolato, o crema e crema gianduia.

Caffè e ricette: Carbonara di Zucchine con Caffè

E’ bene ricordare che il caffè è una spezia. Proponiamo questa ricetta per abbinare questo ingrediente a quelli della carbonara di zucchine, ossia uova, formaggio e zucchine, sostituendo al pepe il caffè.
A causa del suo sapore amaro abbiamo dovuto sostituire il guanciale con la pancetta dolce aggiungendo un filo d’olio extravergine per creare un sapore particolare che va verso l’agrodolce.

Piatto Primo Piatto

Cucina Romana

Preparazione 25 minuti

Cottura 15 minuti

Tempo totale 40 minuti

Porzioni 4 persone

Calorie x 100 gr. 650 kcal

Chef  Vincenzo Serino di www.ricetteromane.it

Ingredienti della carbonata di caffè

  • 300 grammi pasta (bucatini o spaghettoni)
  • polvere di caffè quanto basta
  • 400 grammi pecorino romano metà nella pasta, metà a tavola.
  • 7 tuorli d’uovo
  • 8 fiori di zucca, o zucchina per decorare
  • Sale: Quanto Basta
  • Olio EVO Quanto Basta
  • 200 grammi pancetta dolce
  • 8 zucchine tagliate sottili

Preparazione

Innanzitutto prepariamo gli ingredienti.

Tagliamo la pancetta a pezzetti non troppo piccoli. Poi grattugiamo il pecorino (o fatevelo grattugiare ma non compratelo già grattugiato; l’umidità altera il sapore).Infine tagliamo a fettine abbastanza piccoli le zucchine. Mettendo da parte i fiori se ci sono. Altrimenti comprate i fiori di zucca.

Separate i tuorli dall’albume e metteteli in una scodella con un poco di pecorino e mescolate insieme.

Ora siamo pronti. La accendiamo?

Accendete la fiamma e fate bollire l’acqua e poi buttate dentro la pasta.

In una padella mettete un filo d’olio extravergine, fategli prima alzare la temperatura e poi mettete a friggere assieme le zucchine ed i pezzetti di pancetta a fuoco vivo qualche minuto. Badate che se vedete uscire fumo dovete immediatamente abbassare la fiamma al minimo perché la temperatura sta diventando troppo alta.

Munitevi di un cucchiaio in legno altrimenti, sopratutto le zucchine, rischiano di bruciarsi.

Quando la pancetta sarà diventata croccante dovete spegnere il fuoco sotto la padella. Ponete quindi il contenuto della padella su carta assorbente per togliere l’olio in eccesso.

Passati 5 minuti prendete un cucchiaio, e poco per volta, aiutandovi con un miscelatore elettrico, mescolatela ai tuorli ed al pecorino romano. Se la crema è troppo liquida aggiungete pecorino romano; se è troppo solida, aggiungete acqua.

Tutto fatto. Scolate la pasta e, in una padella, mettete la pasta, la crema di pecorino romano. uova ed acqua di cottura, il guanciale con le zucchine, (cercando di non fare entrare troppo olio nella pasta), e mantecate il tutto.

Adesso potete finalmente dare una bella spolverata con polvere di caffè. Potete servire a tavola

Note

Se volete dare al vostro piatto un tocco in più. ai lati mettete i fiori di zucchina o di zucca. Potete mettere dentro un poco di parmigiano e metterli 5 minuti a 180 gradi in forno; ma sono buonissimi anche crudi come accompagnamento.

 

Caffè e mal di testa: legami e correlazioni

Il mal di testa da emicrania è un dolore forte, duro, a livello nucale.

L’International Headache  Society riconosce un’emicrania in base al numero di cicli di dolore: cinque episodi che durano dalle 4 alle 72 ore se non vengono contrastati.

Altri sintomi in particolare tra cui Nausea e vomito e sensibilità alla luce o al suono.

Ci sono due tipi di emicrania: L’emicrania con AURA ed emicrania Senza Aura. L’aura è un presintomo che causa diversi problemi correlati al dolore, che arriva alla fine dell’Aura.

La fase di aura può durare dai 15 minuti ad un’ora; raramente può comparire senza che si manifesti in seguito il mal di testa ed in questo caso si parla di “emicrania silenziosa”.

 

I Fattori che causano l’emicrania sono diversi e sono variabili da persona a persona, possiamo elencare:

cambiamenti climatici e atmosferici, poche ore di sonno, odori forti, stress, situazioni di forte emozione, sforzi fisici eccessivi, rumori forti, ipoglicemia, ansia e depressione, traumi cranici, uso eccessivo di alcool, ormoni e uso di farmaci.

In genere nelle donne la presenza e la manifestazione di emicrania è associata ai cambiamenti ormonali ed è vicina al periodo mestruale, o durante la gravidanza.

Ma, se il caffè in uso eccessivo è uno dei fattori scatenanti del mal di testa, come può la caffeina curare l’emicrania?

 

CAFFEINA ED EMICRANIA

A dispetto di quanto si pensi,  si trovano in commercio farmaci che contrastano l’emicrania contenenti caffeina.

La caffeina è il principale principio attivo contenuto nel caffè, dalla cui pianta viene estratta, simile alla teina presente nel tè, e la teobromina, presente nel cacao.

Ed appunto, oltre ad essere una sostanza nota che causa il mal di testa, è però una sostanza utile per la riduzione del dolore dell’emicrania.

La caffeina agisce come contrasto sui recettori che causano il dolore tipico del mal di testa, fungendo come vasocostrittore naturale.

Di contro, l’astinenza dal consumo abituale di caffeina determina l’effetto contrario, e cioè una vasodilatazione che scatena il mal di testa.

Nei farmaci che combinano la caffeina con il paracetamolo o l’acido acetilsalicilico, l’effetto analgesico che contrasta i fenomeni di mal di testa sale del quaranta percento. Questo effetto supera di molto l’efficacia dell’ibuprofene nel contrastare il mal di testa.

Nonostante la caffeina dimostri questo valore analgesico combinata con farmaci, non si può dire che sia un rimedio anti emicrania.

Infatti da studi effettuati di recente, chi soffre di mal di testa dovrebbe ridurre il consumo di caffè a 400 milligrammi al giorno.

Inoltre ci sono determinati stati, come la gravidanza e l’allattamento in cui la caffeina non può essere assunta. Perciò non si può considerare un trattamento efficace contro il mal di testa.

 

Come scegliere una buona macchina per caffè

La pausa caffè è un rito per noi italiani: mattina, break di metà mattina o metà pomeriggio. Se fai parte di un’azienda e desideri creare un’area dedicata, ecco alcuni consigli per orientarti nella scelta

 

Il momento del caffè, a metà mattinata o nel pomeriggio per spezzare l’orario di lavoro, è un momento ritenuto da molti irrinunciabile.

Ecco perché negli ambienti di lavoro è spesso previsto un corner dove poter appagare la propria voglia di caffeina; qualora questo non fosse presente, possiamo scommettere che al momento della pausa saranno in molti a raggiungere il bar situato dall’altra parte della strada (i dati sono inequivocabili, come afferma questo articolo, sono ancora moltissimi gli italiani che amano andare al bar anche per un semplice caffè o per la classica colazione).

 

Nello scrivere questo articolo abbiamo pensato non tanto ai consumatori del caffè, ma ai dispensatori di caffè: come si sceglie una buona macchina del caffè per un ufficio o punto vendita?

 

Le principali tipologie di macchine per caffè

Una prima scelta da fare riguarda la modalità di inserimento del caffè: caffè in polvere, cialde o capsule?

Vediamo in breve pro e contro di queste tre differenti modalità di carico del caffè.

 

Caffè in polvere

Se scegli una macchinetta di questo tipo, la prima cosa di cui tenere conto è che per prepararne uno si avrà bisogno di maggiore tempo e forse per un ambiente lavorativo dove la pausa deve comunque essere abbastanza sbrigativa, non è la cosa ottimale.

Dall’altro lato sicuramente la qualità del caffè che si andrà a bere è la migliore tra le tre. I gesti da fare riproducono quelli da bar: prendere il caffè in polvere, metterlo nel filtro, pressarlo e poi agganciarlo al corpo della macchinetta. La qualità della miscela che si sceglierà sarà l’altro dettaglio di cui tener conto assolutamente.
Come scelta per l’ufficio, questa è la più complicata e quindi la meno consigliabile.

 

Caffè in cialde di carta

La gestualità è molto simile alla precedente, con la differenza che stavolta non si caricherà il caffè in polvere, ma si useranno cialde già belle e pronte: un risparmio di tempo ed anche di pulizia e dato che l’ambiente dell’ufficio è condiviso, sicuramente una scelta più indicata.

 

Caffè in capsule

Questa oggi è la modalità più diffusa in assoluto, anche se chi è particolarmente attento all’ambiente come politica aziendale potrebbe un po’ storcere il naso ed optare per la soluzione precedente: riciclare le capsule è piuttosto difficile.  Dall’altro lato però, rispetto alle cialde in carta, la qualità della miscela utilizzata nelle capsule è mediamente migliore e quindi garantisce un caffè più buono, con una massima semplicità: se l’aggancio del supporto non sempre è agevole nel caso delle cialde, con la capsula basta davvero un gesto ed il caffè è buono e bell’e pronto.

 

Comodato d’uso: qualità prezzo al top

Se ti stai orientando alla scelta in capsule, valuta la scelta del comodato d’uso: ti permette di pagare solo le cialde, senza dover acquistare la macchinetta. Ed oltretutto l’azienda che propone il comodato d’uso ti cambierà spesso la macchinetta per darti sempre il modello aggiornato…non male davvero!

 

Cerchi un’ azienda che offra questo servizio? In Italia il mercato sembra recepire questo tipo di richiesta, difatti nel nostro giro di consultazioni ci sono stati fatti vari nomi che rispondono a quanto cercavamo; in particolar modo ci ha colpito la proposta di una ditta della zona di Piacenza, ossia Eurocoffee srl, che opera principalmente sul territorio emiliano e lombardo e da molti anni ha compreso l’importanza di garantire alla clientela anche questa possibilità di noleggio della macchina per caffè, in modo da non obbligare all’acquisto definitivo.

 

Nel momento in cui ci si accorda per una di queste macchine si può anche stringere un accordo con la ditta stessa per vedersi garantiti alcuni importanti servizi aggiuntivi, come ad esempio l’installazione del macchinario stesso, ma soprattutto il servizio di ricarica qualora fosse necessario e l’importante manutenzione che periodicamente è necessaria e a volte si richiede per un guasto o malfunzionamento.

Ricordiamo, infine, che nel momento in cui ci si rivolge ad una ditta specializzata per l’acquisto o noleggio di una di queste macchine, ci si può far consigliare anche sulle miscele o sulle capsule più adatte da proporre alla propria clientela.