Ovomaltina fa male? Un icona per la nostra colazione

Chi ricorda Ovomaltina? 

Circa 30 anni fa andava in onda uno spot che proponeva l’alternativa al Nesquik ma con ingredienti più sani, ed energetici, per noi bambini.

L’Ovomaltina è una polvere liofilizzata prodotta in Svizzera a base di estratto di malto d’orzo, cacalo, latte scremato e lievito. Con l’aggiunta di latte caldo o freddo realizza una bevanda al gusto di cioccolato , con un buon potere vitaminico.

In Svizzera è praticamente un’istituzione tanto da diventare una tra le bevande nazionali.

E’ in commercio fin dal lontano 1904, e nella sua storia sono state realizzate diverse varianti partite dalla ricetta originale.

Ingredienti dell’Ovomaltine

Siero di Latte, cacao magro in polvere, estratto di malto d’orzo, latte intero in polvere. Sali Minerali: fosfato di calcio, carbonato di magnesio, carbonato di calcio. Vitamine del gruppo B(B1, B2, niacina, acido folico, B12) Vitamina A, E, C, biotina, acido pantotenico, Olio di colza, Sale, Vanillina, Uova(soltanto nella ricetta Svizzera).

Come Gusti Ovomaltina?

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SET 6 PEZZI DA LATTE/CAFFELATTE

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Ovomaltina Fa Bene o Fa Male?

Ovomaltine è un prodotto utilizzato per la colazione con un alto contenuto di proteine, poiché ha nei suoi ingredienti il latte scremato e uova, quindi spesso viene utilizzato anche dagli sportivi e dagli atleti che si allenano in palestra.

Non fa male, se non preso in dosi eccessive, ma non si può nemmeno prendere come assunto che faccia bene.  Quando si parla di alimentazione equilibrata ed attività sportiva, è bene seguire un regime alimentare adeguato allo sforzo che si fa, in modo di non perdere risorse, sali minerali e vitamine in quantità.

Non si può dire che si possa consumare Ovomaltina per fare massa muscolare, ma ci sono metodi alimentari diversi per aiutare questa pratica.

E’ possibile che un’assunzione di Ovomaltine senza una adeguata attività fisica faccia anche ingrassare, poiché contiene zuccheri e carboidrati, che devono essere “bruciati” con una buona attività sportiva.

Qui è possibile verificare i Valori Nutrizionali di Ovomaltina per 100 grammi di prodotto.

Spot di Vanni Pettenella che girava negli anni Sessanta. “Ovomaltina dà forza”

Barrette Ovomaltina

Tra le varianti del prodotto originale, è possibile trovare on line e da Decathlon o in altri rivenditori di prodotti allimentari collaterali allo sport le barrette a base di Ovomaltina.

Come recita il sito di Decathlon, di seguito gli ingredienti delle barrette energetiche, da consumare se si svolge un’attività sportiva con costanza e dedizione.

Barretta dietetica durante uno sforzo con apporto glucidico al malto d’orzo (17,1%) e copertura di cioccolato al latte (32,4%). Ingredienti: cioccolato al LATTE di copertura 32,4%* (pasta e burro di cacao, zucchero, LATTE intero e scremato in polvere, NOCCIOLE, grassi del burro (fonte LATTE). Emulsionante: lecitina di girasole), LATTE scremato concentrato, estratto di malto d’ORZO (sostanza secca 17,1%), SIERO DI LATTE concentrato, zucchero, sciroppo di glucosio, LATTE scremato in polvere, cacao magro, olio di colza, sale, vitamine (A; tiamina: B1, riboflavina: B2, niacina: PP, B6, B12), aroma (vanillina). *13,6% di cacao minimo. Può contenere tracce di MANDORLE. ALLERGENI: LATTE, NOCCIOLE, ORZO, MANDORLE.

Ferratelle morbide, Gli Waffle in Italia sono Abruzzesi

A Vasto le chiamano Catarrette, i turisti stranieri potrebbero confonderle con i Waffle della tradizione belga.

In Italia questo dolcetto internazionale è in due varianti distinte un’antica ricetta della tradizione dolciaria abruzzese.

Buone da far spavento, non ci sono dubbi, che siano morbide o croccanti, al naturale o farcite e ricoperte di gusto, con marmellata, cioccolata o zucchero a velo, sono sicuramente tra i dolci abruzzesi più amati.

Si tratta di cialde con una forma particolare cotte con uno strumento in ferro che ne stampa appunto la forma.

Crustule, catarrette, diversi sono i nomi attribuiti, a seconda della zona dell’Abruzzo dove vengono preparate. Con ingredienti semplici, farina, latte, uova, zucchero mescolate a pastella poi cotte su una doppia piastra di ghisa, scaldata sul fuoco. Proprio questo ferro da la forma inconfondibile con la trama a rombi. A seconda del ferro(lu ferre, jo fèrro) che viene impiegato, il prodotto finale ha la consistenza di una cialda, oppure è morbida come i conosciutissimi waffle di cui sopra.

Ferratelle, un po di storia

Già nell’ottocento Giuseppe Tassini cita le ferratelle in una sua opera “Curiosità Veneziane”, paragonando questi dolci alle grate delle finestre. Si pensa che l’origine possa risalire agli antichi romani, dall’antico crustulum, realizzato con i medesimi ingredienti di oggi. Nel Settecento appaiono le piastre in ferro, dove alcune casate facevano stampare anche lo stemma del casato.
La piastra in sè veniva usata come dote delle ragazze date in sposa al loro futuro marito.

Le ferratelle non sono solo sviluppate in Abruzzo, dove hanno i natali, ma sono note anche in Molise, chiamate cancelle, e nell’Alto Lazio, nella zona di Città Ducale, ex territorio Abruzzese. Proprio nel reatino, queste specialità hanno ottenuto il titolo di Prodotto Agroalimentare Tradizionale.

Nota: Se non volete cimentarvi nel preparare da sole a casa le Ferratelle con il Bimby o a Mano, da www.cibarteabruzzo.it  potete acquistarle già pronte.

 

Ricetta delle Ferratelle:

Golose e buonissime anche al naturale, le ferratelle possono essere anche arricchite da marmellata, raganta, ovvero confettura d’uva, miele, crema di nocciola o cioccolato o qualunque altra salsa dolce. La ricetta tradizionale per ottenere delle ferratelli croccanti e sottili prevede i seguenti ingredienti:

Ingredienti

3 uova
3 cucchiai di olio evo o di semi
185 gr. di farina 00
3 cucchiai di zucchero
un pizzico di cannella
scorza grattugiata di 1 limone
un pizzico di sale
cannella (a scelta)

Preparazione delle ferratelle

In un contenitore unico, unire le uova, la farina, un pizzico di sale e lo zucchero e sbattere con una frusta mescolando, aggiungendo l’olio durante l’operazione. Tutto questo fino ad ottenere un impasto omogeno, e denso, non liquido. Dopo un periodo di riposo di circa mezz’ora, si può passare poi alla cottura, ungendo la piastra con un pochino d’olio prima della cottura.
Versare a ferro caldo un cucchiaio di pastella chiudendo poi la forma del ferro, e cuocere per un po di minuti per lato le ferratelle, fino ad ottenere un colore dorato su entrambe le parti.

Servire appena staccati, aggiungendo a piacimento marmellata o altro e zucchero a velo.

Come variante, sarebbe ideali anche inserire una farcitura all’interno, a mo di panino, oppure cotte meno, lasciate morbide e arrotolate come un cilindro, e quindi riempite con una farcitura a piacimento. Anche le varianti di ingredienti dell’impasto sono diverse: latte, vino, olio non ci sono sempre, cannella, limone, anice, a seconda del gusto del pasticcere e della tradizione del paese singolo.

Note sulle ferratelle

Sembra che tradizionalmente, i tempi di cottura siano di una preghiera per lato, Ave Maria e Padre Nostro, per permettere alle cialde di essere cotte a puntino.

Le ferratelle possono essere integrate perfettamente nella prima colazione, sono da considerare un elemento delle tipiche colazioni regionali, ma anche un complemento di fine pasto, magari abbinando uno spumante secco, oppure con l’aggiunta di Nutella.

…Nel chiaror di quel fuoco e delle stelle
le antiche tradizioni immacolate…
calore… vin cannella…ferratelle …
carezze dai miei monti regalate.

Colazione: Quante calorie servono per partire con il piede giusto?

E’ indubbio, e in diversi articoli anche noi abbiamo sempre ribadito quanto la colazione sia il pasto più importante della giornata. E’ provato che debba fornire il 20/25% del nostro fabbisogno quotidiano di energia.

Gli impegni, la velocità di vita e le nostre abitudini non sempre ci permette di dare il giusto tempo a questo pasto così importante per noi. Molti italiani infatti semplicemente partono con un caffè senza prendere altro.

Quindi alla base di una colazione affrettata o fatta in modo errato c’è a volte uno stile di vita rapido e in altri casi una scelta dietetica sbagliata dovuta ad una abitudine cattiva.

E’ bene mai trascurare la colazione, anzi. Non aiuta affatto a dimagrire, ma aumentando il senso di fame dell’appetito porta a problemi opposti. Dovuto alla scelta di integrare con snack veloci il senso di fame oppure di aumentare le quantità al momento di pranzare.

 

Quali sono le conseguenze di queste cattive abitudini?

L’organismo in questi casi ne risente, visto che dopo una notte di digiuno abbiamo fatto una colazione frugale e dopo aver abbondato nel pranzo siamo appesantiti con le energie ridotte al minimo. Questo porta a stress costante e problemi di umore, oltre che a problemi legati all’aumento di peso, evidenziato dai controlli fatti sulla bilancia.

Quindi l’approccio giusto è: colazione sana ed energetica, che ci aiuta ad iniziare la giornata, e a tenere sotto controllo l’appetito e quindi anche il nostro peso, ci aumenta il rendimento professionale e ci aiuta inoltre a dosare le energie in tutto quello che facciamo.

Quante calorie dunque servono a colazione per iniziare bene la giornata?

Citando questo approfondimento di colazionesalutare.it, il fabbisogno energetico di una persona adulta è attorno alle 2000 kilocalorie, valore che varia in base al peso, età, altezza, ed attività fisica svolta.

Quindi secondo questi valori, una colazione dovrebbe apportare circa dalle 350 alle 500 kcal al giorno.

E’ bene diversificare le fonti di energia: vitamine, proteine, carboidrati, cereali e fette biscottate integrali, latte o yogurt, frutta, fresca o secca, spremute d’arancia o succhi di frutta naturali sono alla base di un ricarico energetico corretto.

Importante dosare bene tutti gli elementi, senza sbilanciare la colazione con l’apporto eccessivo di proteine rispetto al resto, oppure di vitamine rispetto al resto. Variare è fondamentale.

Cornetto e cappuccino non è consigliatissimo come inizio di giornata, perché è composta principalmente da elementi nutritivi elaborati, e priva di alimenti freschi e vitamine naturali.

Ci sono tante alternative di alimentazione sana, quindi esercizi commerciali che propongono colazioni a base di elementi naturali, come brioche integrali, frutta fresca e frullati, muesli, yogurt, latte fresco.

Il consumo di succhi di frutta freschi, estratti di prodotti freschi di stagione, e comunque una elevata diversificazione di elementi nutritivi è alla base di una colazione sana ed energetica.

L’importante è non fare però una scelta casuale, e vestire la colazione sulle nostre caratteristiche fisiche, intolleranze e perché no, gusti personali. E tu, cosa prendi di solito a colazione?

Colazione per Celiaci, scegliere bene per stare bene

Cos’è la celiachia? Un’infiammazione dell’intestino tenue, provocata dal consumo di glutine da persone allergiche. Prende persone di ogni età e si tratta di una predisposizione di carattere genetico. I Sintomi  della celiachia vanno dalla diarrea cronica, dolori addominali, ritardo della crescita e mancanza di energia.

 

Spesso è di difficile diagnosi, anche se i controlli ci sono, perché a volte per un senso di stanchezza o dolori allo stomaco spesso si sottovaluta il problema.

 

Ma, in caso di soggetti intolleranti al glutine, quali sono gli alimenti e le ricette utili in caso di soggetti colpiti da celiachia?

 

Molti si affidano a pane o fette biscottate senza glutine, merendine gluten free e biscotti idem, ma spesso questi prodotti hanno costo elevato, e non sono talvolta utili per compensare una colazione equilibrata.

 

Vediamo qualche alternativa che porti ad essere sazi senza mancare di nutrienti e buone al gusto.

 

Uova

 

Le uova, che a detta di molti sono causa dell’aumento del colesterolo, allergizzanti e piene di grassi, sono in realtà un alimento a zero rischi per la salute, specialmente quelle che derivano da allevamento biologico, evitando le uova da allevamento intensivo. Le uova da allevamento biologico conservano dei nutrienti elevati rispetto alle altre, apportando benefici al nostro organismo.

 

Le uova sono un alimento adeguato per la colazione anche in soggetti celiaci. L’unico accorgimento da seguire riguarda gli intolleranti e allergici alle proteine dell’albume o che hanno subito la rimozione della colicisti.

 

La preparazione ideale per la salute e il nutrimento delle uova è senza friggere a cottura breve, cuocendo velocemente l’albume e mantenendo il tuorlo morbido, una colazione piena di energie e digeribile. Evitare magari di prepararlo sodo, fritto, perché la digestione coinvolge il fegato, allungandosi e portando a sonnolenza e spossatezza.

 

E’ bene consumarle vicino a frutta fresca e crackers privi di glutine.

Pancakes

Un’alternativa più gustosa può essere quella di preparare i paleo pancakes, preparati senza farina di cereali o latte:

 

sbattere le uova e poco sale, un cucchiaio di farina di cocco, miele non pastorizzato, un po di acqua o latte di riso, e cannella o cacao a piacimento.

Cuocere in tegame antiaderente con poco burro chiarificato o olio EVO, insieme a frutta fresca e miele.

 

Utili da consumare a colazione cereali senza glutine, cioè riso, miglio, grano saraceno, quinoa. E’ bene preparare creme realizzate con latte di riso, abbinandole a frutta secca, o cioccolato fondente, malto, cocco, vaniglia, quindi quello che più ci piace.

Dolci senza glutine

I dolci senza glutine sono una buona alternativa, anche se contenenti molto zucchero poco consigliato a colazione, si possono preparare ad esempio una buona alternativa delle crepes con farina di castagne e ceci, o torte di farina di mandorle e cocco, senza farina derivata da cereali. La chiave sarà montare bene le uova per evitare che il dolce non cresca, essendo senza lievito.

Se vi servono idee di colazioni ideali per intolleranti al glutine o celiachi, ci viene incontro il portale di Nonna Paperina, che con le sue innumerevoli varianti permette di realizzare colazioni sempre diverse, per un buongiorno nuovo ogni volta. Alternative ideali al classico latte e biscotti, e ricevere energia ogni mattina scegliendo tra ingredienti salutari e non pesanti.

Colazione senza lattosio. Come fare?

E’ indubbio come la colazione sia il boost che ci fa iniziare la giornata nel modo migliore, e sono molti gli studi sull’alimentazione a sottolinearlo. Quindi all’inizio della giornata abbiamo bisogno di nutrienti, carburante ideale per affrontare gli impegni di tutti i giorni.

Questo concetto nei paesi esteri, in particolare in Gran Bretagna, è preso molto più alla lettera che in Italia. Infatti molte colazioni in particolare quella inglese ha un parco alimenti ricchi di grassi e proteine, cosa che in Italia si affronta generalmente a pranzo.

Pancakes, uova strapazzate, bacon, salsicce, caffè lungo sono alcuni degli ingredienti maggiormente consumati e fanno parte di una colazione molto abbondante che gli inglesi consumano quotidianamente.

Nel nostro paese invece siamo più legati al latte, cornetto brioche, o il vecchio e sano pane burro e marmellata, accompagnato magari da una tazza di caffè espresso.

Il problema diventa importante quando invece si ha delle intolleranze, come ad esempio se si è intolleranti al lattosio. La maggior parte degli ingredienti della colazione italiana tradizionale vanno a farsi benedire.

Quindi, come affrontare la colazione se si è intolleranti al lattosio? Vediamo insieme cinque modi per fare una buona colazione anche se si è intolleranti.

Nel caso fossimo amanti della sperimentazione, accostamenti particolari potrebbero fare al caso nostro: sardine, salmone e avocado, dolce e salato, apporto di acidi grassi omega-3 e zucchieri necessari per iniziare la giornata al meglio. Nel caso specifico diverse sono le proprietà dell’avocado, ricco di proteine grassi buoni e vitamine, ed una consistenza morbida per essere spalmato.

Un’altra variante molto in voga è l’uso degli smoothies, i cari vecchi frullati di frutta di una volta, in questo caso miscelati con acqua o ghiaccio. In questo caso le varianti sono infinite, quante sono le possibilità di trovare frutta di stagione in tutti i periodi dell’anno.

Per i fanatici del latte, anche chi è intollerante al lattosio può consumarlo. Basta scegliere il latte delattosato. In questo caso si può addirittura pensare ad una classica zuppa di latte e biscotti. Basta scegliere i prodotti privi di lattosio. Molti sono i prodotti senza lattosio che danno la stessa soddisfazione dei cugini con lattosio: latticini, latte e altro, senza la sostanza che infastidisce il nostro organismo.

L’uso di uova può ovviare a molti prodotti a base di lattosio, non facendoci rinunciare alla nostra dose di gusto e proteine: realizziamo una bella e gustosa omelette.
Questo tipo di pietanza a base di uovo non è altro che una sottile frittata arrotolata, vicino alla quale si possono abbinare moltissimi ingredienti, per variare praticamente senza fine la nostra colazione. Tra i molti abbinati, ricordiamo funghi, verdure e prosciutto. L’omelette è nota essere alla base di molti cicli dietetici sia per dimagrire che per prepararsi ad un’intensa attività sportiva.

Se siamo appassionati di yogurt, con lo yogurt di soia risolviamo il problema dell’intolleranza al lattosio. Una buona variante a colazione abbina lo yogurt senza lattosio e la frutta di stagione, usati a strati per realizzare un parfait di frutta.

Anche il cioccolato può essere gustoso senza lattosio. Le mousse al cioccolato sono meravigliose anche senza latte, e quindi senza avere problemi con le nostre intolleranze.

Per gli amanti di pane burro e marmellata, eliminiamo il lattosio dalla nostra dieta sostituendo il burro con il burro di cocco, ricco di proprietà nutrienti, senza gli effetti pesanti e grassi che ci causa in genere il burro tradizionale. Che soddisfazione dare ai nostri bambini il meglio facendogli scegliere la marmellata che preferiscono e spalmarla sul pane tostato con un bello strato di burro di cocco.

Se non siete mai sazi di ricette e idee alimentari, ma avete a che fare con intolleranze di vario tipo, la food specialist Tiziana Colombo vi offre i suoi consigli con un e-book gratuito di ricette sane ideali per la colazione di tutti con un occhio di riguardo alle intolleranze alimentari

E voi, soffrite di qualche particolare intolleranza? Mai rinunciare comunque alla colazione.

Saccottino del Mulino Bianco: dalla Francia all’Italia (e ritorno)

Francia, Parigi, baguette, champagne e croissant. E con questo la conoscenza del francese dell’Italiano medio è praticamente esaurita. Ci sono però milioni di italiani che ogni anno prendono un aereo e volano in Francia, per coronare almeno una volta nella vita il sogno di guardare una Tour Eiffel che non compaia striminzita in una foto di Instagram.

 

E naturalmente è peccato mortale per un certo tipo di turismo arrivare a Parigi, mettere un paio di filtri sulla Tour Eiffel e almeno uno su L’Arc De Triomphe e non fare nemmeno una fotografia a baguette, champagne, croissant e a tutto il burroso arsenale della pasticceria francese. E la nostra storia comincia proprio qui, tra un croissant e un latte caldo, con il pain au chocolat.

Pain Au Chocolat ovvero, il Saccottino

Al principio non ci si pensa. E’ ora di colazione, si ha una gran fame e davanti ai nostri occhi è allineato un numero imprecisato di paste dal nome vagamente impronunciabile tra cui è necessario scegliere. Quale viene meglio in foto? Il croissant è così scontato! Proviamo con quel rotolo di pasta sfoglia dalle piccole striature scure. E’ gonfio, un po’ sbilenco, sa di burro ma promette un cuore di cioccolato fondente capace di tentare chiunque ami il contrasto pungente dell’amaro con la dolcezza voluttuosa e tiepida del burro.

 

E’ fatta: pain au chocolat con latte tiepido.

Quando il cameriere arriva al tavolino, è un momento sacro, come dice qualcuno: bisogna osservare il rito che sancisce l’appartenenza alla nuova comunità dei viaggiatori, coloro che prima di mangiare fotografano il cibo del paese in cui si trovano per dire “ecco, guardate, sono davvero a Parigi!”

 

Trovata l’angolazione e la luce perfetta, scattata la foto e lanciata nell’etere, finalmente arriva il momento di mettere via il telefono e godersi finalmente il primo morso di una colazione meritatissima, nella speranza che nel frattempo il latte non si sia freddato.

 

Ed è lì che avviene il miracolo: ore di attese, check in e aereo per arrivare appena sotto la Tour Eiffel vengono annullate in un solo morso che fa tornare bambini e fa tornare in Italia in un istante. C’è qualcosa di terribilmente differente trent’anni fa (anche qualcuno di più) ma che torna, preciso e chiaro come sanno essere solo i ricordi d’infanzia, quando si morde il pain au chocolat e ci si beve sopra un sorso di latte tiepido. Il Saccottino!

La colazione con il Saccottino

La consistenza non era esattamente come quella del pain au chocolat: il Saccottino del Mulino Bianco era più morbido, più disposto a lasciarsi inzuppare nel latte, più facile da addentare senza fare briciole, buonissimo. I ragazzini si dividevano in due tifoserie: i fedelissimi della marmellata all’albicocca non amavano particolarmente il gusto un po’ intenso della crema al cioccolato, mentre i fanatici del cioccolato si sentivano un po’ adulti a preferire qualcosa che fosse meno dolce della marmellata.

 

Anche nello zainetto, quando se ne rubava uno dalla scatola per portarlo a scuola e mangiarlo nell’intervallo, il Saccottino dava il meglio di sé: nessuna briciola, nessun cedimento, nessuna crema impiastricciata un po’ dovunque. Emergeva tra quaderni e astucci con il piglio del vincitore: forse un po’ ammaccato ma morbido e buono esattamente come alla mattina.

Le vecchie pubblicità Mulino Bianco

Da lì a tornare con la memoria alle storie del Piccolo Mugnaio Bianco è un attimo: le pubblicità a cartoni animati che avevano come protagonista questo testardo omino con il naso a patata e una campanella attaccata al cappello da chef, hanno fatto la storia di un certo periodo della televisione, quello in cui Carosello era passato da un pezzo ma ancora c’era l’impegno di raccontare piccole storie che erano opere d’arte. La Barilla è stata assolutamente geniale in questo, diventando un punto di riferimento per una certa narrazione commerciale.

 

Trovare sulla rete quelle vecchie pubblicità ormai è semplicissimo: mantengono inalterato, almeno per chi le guardava con gli occhi di un bambino, tutto il fascino tranquillizzante e poetico di brevissime favole. Con il senno di poi le avventure del Piccolo Mugnaio, costantemente e inutilmente impegnato a farsi notare dalla bella e bionda Clementina, sono state profetiche: quante volte nella vita da adulti i bambini che guardavano le vecchie pubblicità si sono ritrovati a dare caparbiamente il meglio di sé pur di essere notati dalla persona per cui avevano una cotta?

 

Siamo stati tutti un po’ Mugnaio Bianco almeno una volta nella vita, e mentre il ricordo scoppia come una bolla e anche il pan au chocolat è irrimediabilmente finito, non rimane che prendere nota mentalmente di comprare una confezione di Saccottini non appena tornati a casa, giusto per ricordare che ci sono alcune cose buone e per fortuna – almeno quelle – non cambiano mai.

Miele o zucchero a colazione? La scelta è facile, basta che sia eccelso

Quando si parla di prima colazione, in genere non ci facciamo mancare quell’apporto di “dolce” che un po diciamolo, ci regala un morale adatto ad iniziare bene la giornata.
La colazione si sa che viene considerato il pasto più importante della giornata, come non essere d’accordo?

C’è però da considerare che molti modi di fare colazione non si possono proprio definire salutari, ma scegliendo gli ingredienti adeguati si riesce ad avere il gusto, l’energia giusta anche avendo un occhio di riguardo per la nostra salute.

Lo zucchero bianco strausato nei prodotti che accompagnano la nostra colazione, latte, caffè e tè, ma anche dolci che mangiamo regolarmente, è composto principalmente da saccarosio, che in caso di abuso nella nostra dieta, può portare dei danni al nostro organismo.

In questo senso, sostituire lo zucchero con il miele è già un accorgimento importante. Intanto perché è fatto con fruttosio, meno dannoso per l’organismo e dolcificante naturale della frutta che consumiamo ogni giorno. Inoltre ha un valore di glicemia più basso.

C’è anche da sottolineare che il miele ci fornisce un sacco di benefici, fornendo vitamine, minerali e aminoacidi e antiossidanti, contribuendo a combattere i radicali liberi. Storicamente poi viene utilizzato per contrastare raffreddore ed influenza in maniera naturale.

In ultimo, ma aspetto non meno importante, essendo un derivato della digestione delle api permette una migliore assimilazione senza passaggi digestivi ulteriori.

Dopo aver descritto i motivi benefici per cui il miele deve essere scelto come sostituto dello zucchero nella nostra colazione, andiamo ora ad approfondire la conoscenza con una varietà di miele che in Italia ha il valore dell’oro: il Miele delle Api Nere Sicule.

Il Miele delle api nere di Sicilia è molto raro perché è molto difficile da produrre.

Viene prodotto ad inizio primavera, e in provincia di Caltanissetta e Agrigento se ne ottiene una varietà ancora più rara e delicata utilizzata nei prodotti di alta pasticceria.

Il miele d’ape nera sicula è un’eccellenza del territorio siciliano. Ricco di polifenoli e antiossidanti, e caratterizzato da un gusto che diventa leggermente amaro e sa di antico.

Si produce per estrazione a freddo, non alterando il suo stato quindi e mantenendo il sapore che lo contraddistingue senza variare.

Oltre alle caratteristiche del miele, non trascuriamo la varietà di ape che lo produce: l’ape nera siciliana.

La caratteristica del carattere calmo, che permette una raccolta del miele a mani nude, e la resistenza ai climi rigidi, permette al miele che viene raccolto di avere questi aspetti di unicità difficilmente ripetibili in altre varietà.

Non sono molti anche online i distributori di miele di ape nera siciliana o di prodotti che utilizzano tale miele come ingrediente principe, tra i diversi shop che si trovano possiamo annoverare TipicoSiciliano, che oltre al prezioso miele offre una gamma di prodotti tipici della tradizione dolciaria della Trinacria.

E voi, siete più legati alle varietà di zucchero, oppure amate il miele, decantato in tutte le sue declinazioni, benefiche, energetiche e di gusto?

Una risposta pensiamo di averla, quindi diciamo: Miele, purché sia eccelso però.

Maritozzo con la panna: La Tradizione della Colazione a Roma

maritozzo con la panna

Il maritozzo con la panna è la pasta della colazione Romana per eccellenza: parliamo di un sofficissimo panino di pasta brioche ripieno di panna montata. Con questo articolo voglio raccontarvi dove arriva la tradizione, dove mangiarlo a Roma e come prepararlo a casa

Il maritozzo con la panna e Roma

A Roma non è considerato un banale dolce con cui fare colazione ma una vera istituzione: il maritozzo con la panna è quella specialità che trovi  nelle  gran parte delle vetrine di pasticcerie e dei migliori bar della Capitale. Se siete romani o vi capita di passare per la Città Eterna non potete  non assaggiare  uno dei riti più golosi, soffici e ricchi che Roma offre: la colazione con maritozzo alla panna e cappuccino.

Come è fatto il maritozzo

Il maritozzo è un dolce panino lievitato, soffice, a volte aromatizzato all’arancia o arricchito con uvetta, e riempito fino a fuoriuscire di panna montata freschissima. Questo fragrante dolce tipico della cucina laziale può essere mangiato nei bar più popolari, fino alla periferia, già dall’alba fino   a notte inoltrata come premio di una serata di festa.
Il panino è di solito in pasta brioche ed è aperto in due, riempito con panna rigorosamente  freschissima, ben montata, non zuccherata e davvero abbondante: magiare un bel maritozzo vuol dire sporcarsi il naso di panna, quindi se avete paura di sporcarvi, non fa per voi.

La storia del maritozzo

Photo Credits https://www.thinkdonna.it/

Sembra che il maritozzo abbia una storia antichissima risalente già ai tempi dei romani,  quando era già consuetudine preparare panini arricchiti da uvette, con un impasto a base di farina, uova, burro e miele. Questo quindi sarebbe stato l’antenato della pasta brioche del maritozzo.

Il maritozzo nasce come una preparazione del popolo, tanto che sembra fosse il cibo dei braccianti.Addirittura nel rigidissimo  Medioevo il maritozzo diventa uno dei  pochi strappi alla regola possibili in Quaresima, tempo di digiuni e austerità. Tanto da assumere la denominazione di “santo maritozzo”.

Maritozzo: perché un nome tanto particolare ?
Sembra che nell’800 fosse un dono del fidanzato alla futura sposa, ripieno  di panna, ma anche di anello per la promessa; il fidanzato così passava dall’essere impegnato all’essere maritozzo, appunto.

Tanto amato questo dolce tipico da dedicargli delle poesie, a partire da Giacchino Belli fino ad arrivare a poeri contemporanei:

Me stai de fronte, lucido e ‘mbiancato, la panna te percorre tutto in mezzo, co ‘n sacco de saliva nella gola, te guardo ‘mbambolato e con amore. Me fai salì er colesterolo a mille, lo dice quell’assillo d’er dottore, ma te dirò, mio caro maritozzo, te mozzico, poi pago er giusto prezzo!
(Ignazio Sifone, Ode ar maritozzo, Garbatella, 1964).

Il maritozzo con la panna è amato e adorato ancora oggi tanto da dedicargli il maritozzo day, che si svolge oramai da 2 anni nei primi giorni di dicembre occasione in cui appassionati buongustai potranno fare un giro tra le pasticcerie storiche romane e non solo, per assaggiare creazioni tra classico le ricette più fantasiose. Una vera e propria “maratona del maritozzo”.

Ricetta del Maritozzo

Se invece volete provarlo a fare in casa ecco la ricetta:

  • 15 gr di lievito di birra fresco
  • PannaMontata
    120 gr di latte
    200 gr di farina manitoba
    200 gr di farina 00
    75 gr di zucchero
    80 gr di olio di semi
  • buccia grattugiata di un limone
    Per spennellare e farcire 1 tuorlo e 2 cucchiai di latte
    200 gr di panna fresca da montare
  • zucchero a velo q.b.

Iniziate scaldando un po il latte fino a renderlo tiepido, quindi sciogliete dentro il lievito con lo zucchero.

Mescolate le due farine, creando con queste una fontana sul tavolo, versate nel centro il latte con il lievito e lo zucchero, poi impastate aggiungendo l’olio, l’uovo, la buccia di limone grattugiata e l’aroma di limone.

Ora lavorate il tutto per almeno una decina di minuti, fino ad ottenere un panetto liscio.

Mettete la pasta a lievitare in una ciotola coperta con un canovaccio, possibilmente in un luogo caldo come ad esempio il forno spento con la luce accesa, per circa 90/120 minuti fino al raddoppio del suo volume.

Riprendete ora la pasta che è lievitata, dividetela in una decina di panetti.

Mettete i filoncini in una teglia con carta da forno, coprite con pellicola e mettete in forno spento con luce accesa a lievitare per 1 ora circa.

A questo punto riprendete i filoncini, lasciandoli direttamente nella teglia, spennellateli con il tuorlo ed il latte dopo averlo sbattuto con una forchetta. Infornate a 170° con forno statico per circa 15 minuti.

Toglieteli dal forno e fateli raffreddare e parallelamente montate la panna. Come i maritozzi saranno freddi tagliateli e farciteli con la panna, aggiungete una spolverata di zucchero a velo e i maritozzi saranno pronti per essere serviti.

Video Ricetta di Kitchen Brasita

Colazione Pugliese: cosa mangiare in Salento a Colazione

La colazione si sa è il Turbo che ti fa iniziare la giornata, il primo pasto e, per molte filosofie alimentari, il più importante.

In ogni zona dell’Italia c’è una colazione tipica, e anche se nella tradizione italiana che attraversa senza differenze tutta la penisola non si disdegna cornetto e cappuccino, i re della colazione italiana, ci sono realità consolidate localmente che mantengono la loro storicità.

E quando ci si trova in Salento, non si può non fare i conti a merenda e soprattutto a colazione con lo storico pasticciotto leccese.

Il pasticciotto è un dolce di pasta frolla tipico della regione salentina in Puglia, ripieno di crema pasticcera e cotto in forno.

Le sue origini risalgono al sedicesimo secolo, e sembra che sia stato per la prima volta preparato da mastri pasticceri romani.

Realizzato da pasticceri di natura religiosa, il pasticciotto è stato negli anni tramandato fino ad approdare nel Salento, dove all’inizio del novecento è stato venduto e proposto nella forma ovale che si conosce oggi.

Per ottenere la doratura classica, viene spennellato di albume d’uovo prima di essere infornato.

Come da tradizione deve essere consumato caldo, per permettere di gustarne la fragranza e il gusto pieno della crema calda.

La caratteristica del pasticciotto risiede proprio nella provenienza locale degli ingredienti usati per la sua preparazione.

E in Salento il pasticciotto è proprio il prodotto più consumato a colazione.

Alcune varianti del piccolo dolce salentino si hanno nella torta pasticciotto, di forma tonda, che varia ancora nel ripieno quando si parla di Pasticciotto Napoletano, con l’amarena in aggiunta al ripieno di crema classico.

Se si gira nelle pasticcerie salentine si può altresì trovare il pasticciotto con ripieno di marmellata e crema, cacao e crema gianduia, o crema e pezzi di cioccolato.

Del Pasticciotto classico c’è una variante fredda a base di pasta di mandorle e marmellata di mele cotogne, chiamata Fruttone.

Dopo essere nato a roma nel Cinquecento, il pasticciotto è arrivato in Puglia all’inizio del Settecento.

Una leggenda narra della nascita del pasticciotto a Galatina di Lecce nel 1745, creato dal pasticcere Ascalone in maniera improvvisata, perché gli ingredienti non bastavano per realizzare una torta.

Dal 1998 il pasticciotto è realmente stato riconosciuto dalla città di Lecce come dolce tipico e facente parte dei prodotti tipici della città.

NOTE

La base grassa per l’impasto del pasticciotto è strutto, e non si usa margarina o burro, come è proprio della tradizione dell’epoca di nascita dello stesso, perchè prodotto con gli ingredienti che si producevano in casa.

A chi non piace il re del Salento, può trovare in questa zona un’altro esponente che si può definire tipico per la colazione. Il Cornetto leccese, con una caratteristica di ripieno particolare, bigusto crema e cioccolato, o crema e crema gianduia.

Il cannolo siciliano è amato in tutto il mondo

Il cannolo siciliano è una delle specialità più apprezzate della pasticceria siciliana e più note nel mondo per la sua bontà. Il dolce è composto da una cialda croccante fritta nello strutto, detta scorza, e da un ripieno di crema di ricotta di pecora, scaglie di cioccolato e canditi.

Secondo la tradizione il cannolo siciliano rappresentava un dolce tipico del Carnevale, ma nel tempo la sua diffusione è stata tale da essere ad oggi disponibile in qualunque momento nelle pasticcerie non solo della Sicilia ma anche in diverse regioni italiane che hanno apprezzato moltissimo questo dolce caratteristico.

La fama del cannolo siciliano si è diffusa anche nel resto del mondo, in particolare nel Nord America, dove si sono stabiliti da molto tempo diversi emigrati siciliani.

Origine dei cannoli siciliani

Le origini del cannolo siciliano sono incerte, ma vi sono dei fatti storici avvolti nella leggenda che testimoniano come non si tratti di un dolce cristiano ma che sia di derivazione mussulmana. Infatti, pare che a Caltanissetta, in arabo “Kalt El Nissa” che vuol dire “Castello delle donne”, in passato sede di vari harem di emiri saraceni, le donne durante le assenze prolungate dei mariti si dedicavano alla preparazione di cibi di ogni genere e forma.

Per molti, la forma del cannolo è un richiamo alla forma fallica, per altri è invece un simbolo usato contro il malocchio. Quando la Sicilia venne liberata dai saraceni, gli harem si svuotarono e molte delle donne si ritirarono nei conventi portando alcune ricette con loro, tra cui quella del cannolo!

Calorie del cannolo siciliano

Il cannolo siciliano ha calorie da vendere, non tanto per la scorza ma per il ripieno. Infatti, il ripieno tradizionale prevede la ricotta zuccherata mescolata a cioccolatini e canditi che rendono il cannolo una bomba calorica ma squisita, impossibile da non gustare per la sua bontà.

Secondo la tradizione, il ripieno va preparato con ricotta di pecora, setacciata e zuccherata, arricchita con pezzi di cioccolato e canditi, granella di pistacchi o di nocciole. Ad oggi è molto in voga il ripieno di ricotta di mucca, creato per tentare di alleggerire le calorie del cannolo siciliano, ma c’è anche chi li prepara con ripieno di crema di cioccolato o crema pasticcera, decisamente innovativi ma che non rendono in gusto quanto la ricetta tradizionale.

Per alleggerire in calorie oggi c’è la tendenza a friggere le scorze nell’olio invece che nello strutto e anche l’impasto viene preparato con olio o burro proprio per diminuire le calorie.

Quando mangiare il cannolo siciliano

Qual è il momento giusto per mangiare il cannolo siciliano? Premesso che questo dolce può essere mangiato in qualunque momento, è comunque doveroso aggiungere che va mangiato subito dopo essere stato riempito, ovvero dopo che la crema è stata trasferita nella buccia.

Diciamo che i tempi giusti per consumarlo sono entro un paio d’ore dopo averlo riempito, quindi, se decidete di mangiare il cannolo siciliano a colazione abbiate cura di riempirlo qualche ora prima per gustarlo croccante e non con la cialda molle. Addentatelo dunque dando un buon morso per apprezzarne l’assoluta bontà!

Ovviamente è possibile mangiarlo anche di sera come dessert e se passate a Roma, vi consigliamo un buon posto, Arancina Matta, per mangiarne uno artigianale.