Torrefazioni: Intervista a Samantha di Torrefazione e Goloserie Viti | Roma

Tra gli approfondimenti che cerchiamo di fare tra le tante bontà che percorrono la nostra penisola, sto cercando di raccontare anche le storie di attività tradizionali e storiche degli elementi della colazione. Per il caffè come dicevamo in un articolo specifico, è la torrefazione a giocare un ruolo fondamentale per il prodotto finito.

Oggi parliamo di questo e del caffè in particolare con Samantha, che insieme alla sorella Pamela gestiscono la Torrefazione e Goloserie Viti a Roma, via Calpurnio Fiamma 37.

 

 

Innanzitutto la ringrazio per averci dedicato un po’ del suo tempo prezioso.

Vi va di raccontarci la vostra storia?

La nostra storia inizia nel 1956 quando i nostri nonni Pola e Giovanni decisero di trasferirsi dalla campagna Toscana a Roma ed aprire una pasticceria che hanno poi lasciato al figlio Alberto…..nostro padre…e’ sempre stata un’attività a conduzione familiare dove la passione per i dolci e tutto ciò che gravitava attorno a loro era una vera e propria passione….negli anni siamo subentrate io e mia sorella Pamela cercando di continuare la tradizione

Come vi è venuta l’idea di aprire una torrefazione di caffè?

L’idea di trasformare l’attività è maturata in poco tempo….Nostro padre ha iniziato ad avere problemi di salute e visto che anche il mercato e soprattutto le esigenze familiari stavano cambiando abbiamo deciso di trasformare la pasticceria in Torrefazione che ci permetteva di rimanere nel mondo dei dolciumi ed ampliare la gamma dei prodotti da offrire alla clientela iniziando a venire in contatto con il mondo del caffè. …. un mondo nuovo ed appassionante

Di solito il caffè lo acquistate dai coltivatori in maniera diretta oppure ci sono agenzie che fanno da tramite per la vostra torrefazione? E’ mai stata in una piantagione di caffè?

 

Ad oggi non abbiamo visitato piantagioni…dico ad oggi perché questo è un mondo che ci intriga ed incuriosisce quindi è tra i prossimi progetti proprio per questo per scelta dei caffè ci siamo affidate  al CSC caffè speciali certificati un’associazione nata dall’esperienza e la passione di un gruppo di torrefattori che sovraintende ai controlli necessari per garantire la qualità del caffè
Grazie ad una procedura ISO 9001:2000 che coinvolge tutte la fasi del ciclo produttivo possiamo garantire eccellenti caratteristiche dei nostri caffè.

Quali sono i difetti più comuni di un caffè e come si riconosce un prodotto di qualità?

 

I difetti più comuni del caffè verde sono spesso causati dalla mancanza di acqua durante la maturazione dei frutti o da un’eccessiva fermentazione che rende il gusto aspro e amaro.
Bisogna poi fare particolare attenzione all’asciugatura e allo stoccaggio dei chicchi per evitare le muffe
Sembra scontato ma per riconoscere un buona miscela di caffè  bisogna usare i nostri sensi….il tatto….l’odore …il sapore…l’olfatto….la vista…l’insieme di queste percezioni ci fa capire quanto pregiato sia il caffe che si sta degustando.….ricordiamoci anche che mentre la qualità di un caffè è oggettiva il gusto è invece percepito in maniera molto soggettiva.

 

Secondo la sua opinione da esperto del settore, qual’è la qualità di caffè al mondo più pregiata? Insomma … quella per cui diresti: “questo sì che è un caffè!

Tra i caffè più pregiati negli ultimi anni sentiamo molto parlare di quelli di origine animale cioè ottenuti grazie al “simpatico” aiuto dello zibetto cioè il Kopi Luwak o il Black Ivory Coffee questa volta grazie alla collaborazione degli elefanti.
Io rimango invece intrigata dal caffè Hacienda la Esmeralda talmente richiesto che viene venduto solo con asta su Internet.

Ringrazio infinitamente Samantha per la sua collaborazione e le auguro buon lavoro.

La Torrefazione: chi tosta artigianalmente il caffè

Grazie a Sweet Coffee Italia per il video
 

 

OK.

Ho fatto i muffin fatti in casa. E ho fatto anche i saccottini al cioccolato. Poi ho provato due volte a fare i cornetti. La seconda volta è venuto meglio…Buoni

decisamente come volevo.

Ma come si fa a tostare il caffè in casa?

 

In passato si usava il Tostacaffè(Tustin in Valle d’Aosta), mettendolo sul fuoco e arrostendo i chicchi al suo interno.

Oggi chi ancora tosta il caffè e alto(mandorle, nocciole) usa un prodotto nato principalmente per i popcorn, il Whirley Pop.

 

 

 

 

Quello che ci fa pensare principalmente al caffè è chi lo tosta professionalmente, in maniera artigianale o in serie: la Torrefazione.

Torrefazione. Un termine che ricorda subito l’odore acuto e caldo del Caffè appena fatto. Elemento fondamentale della mattina di milioni di persone nel mondo.

Energetico naturale, eccitante, ma soprattutto dal sapore amaro inconfondibile. Dopo l’acqua forse è la bevanda più consumata al mondo.

E il risultato finale è frutto di un processo di cui la Torrefazione è il fulcro, la parte principale del processo di lavorazione, oltrechè per termine e definizione la lavorazione stessa della tostatura.

Nel procedimento di Torrefazione, i grani vengono sottoposti a temperature di 200-220 °C mentre vengono agitati. I metodi di torrefazione sono essenzialmente due: “a letto fluido”, nel quale i chicchi di crudo vengono investiti con getti d’aria calda a temperature tra i 300 °C ed i 400 °C per pochi minuti, rimanendo in sospensione nella camera di tostatura (da qui il nome del processo); ed “a tamburo rotante”, in cui si utilizza un tamburo metallico al cui interno sono presenti coclee o alette per rivoltare continuamente il prodotto ed uniformarne la tostatura, in cui un bruciatore a gas convoglia l’aria calda necessaria al processo, per un tempo di circa 15-20 minuti secondo il tipo di caffè, la capacità della tostatrice ed il gusto del torrefattore.

Mentre nel primo sistema il caffè viene tostato molto più esternamente che all’interno, comportando anomalie gustative e di preparazione, il secondo metodo migliora nettamente, uniformando la tostatura, la resa aromatica del caffè. È sufficiente aprire un chicco a metà agendo sul solco chiaro ed osservare l’interno per rendersi conto della bontà o meno del processo di torrefazione subìto.

Durante tale processo il grano di caffè subisce alcune trasformazioni quali la caramellizzazione degli zuccheri e la carbonizzazione della cellulosa, che conferiscono al chicco il suo colore tipico, nonché la formazione dei composti volatili che gli danno il tipico aroma del caffè tostato. Contemporaneamente parte della caffeina si perde principalmente a causa delle alte temperature.

Il chicco torrefatto aumenta il suo volume del 30% circa, mentre il suo peso diminuisce poiché gran parte dell’acqua che lo compone evapora. Il calo ponderale si attesta in media sul 15-20%.

Ad oggi la torrefazione viene effettuata maggiormente con procedure industriali, anche se in passati più o meno remoti si utilizzavano procedimenti artigianali.